Comprendere i meccanismi cellulari e molecolari che portano alla perdita di melanociti nella vitiligine è un passaggio obbligatorio per migliorare la gestione complessiva dei pazienti con vitiligine. Finora lo studio della vitiligine era caratterizzato da un approccio frammentato ed è molto difficile condividere e confrontare i dati ottenuti dai diversi team. Lo scenario rispecchia l’enigma patogeno, ma ritarda un vero focus produttivo sulla malattia.
Lo studio
La ricerca in vitro si basa su diversi modelli, che vanno dalla coltura cellulare monostrato di cellule epidermiche e dermiche o pelle ricostruita in 3D a dati istologici, espressione genica, profilo di simulazione al computer. Per ciascun modello sono stati considerati diversi aspetti (biochimici, fenotipici, immunologici), aumentando la massa di dati difficili da unire. Il nostro scopo era quello di fornire una sinossi pratica di possibilità consolidate e avanzate nello studio della vitiligine, mostrando come i dati siano stati finora scarsamente condivisi. Dopo una breve panoramica del background della malattia, vengono riassunti gli approcci, che vanno dalla biologia cellulare di base agli studi molecolari e ‘omici’. Nuove sonde e tecniche fluorescenti aprono nuove possibilità per gli studi funzionali. Successivamente, vengono elencati i marcatori intracellulari e superficiali dei melanociti, le principali cellule coinvolte. Spostando l’attenzione dal livello epidermico a quello sistemico e subcellulare, questa rassegna mira a proporre opzioni multidisciplinari innovative per la comprensione della vitiligine. Questo articolo si concentra sulle principali questioni pratiche e teoriche da risolvere.
Maria Lucia Dell’anna, Muriel Cario-André, Barbara Bellei, Alain Taieb, Mauro Picardo; 2012 luglio; 21(7):490-6. doi: 10.1111/j.1600-0625.2012.01506.x.