Sensibilizzazione cutanea: verso un nuovo metodo di valutazione

Quando una piccola molecola entra in contatto con la cute, può scatenare un evento di sensibilizzazione cutanea che porta, nella maggioranza dei casi, a una dermatite allergica da contatto.

Si tratta di un evento tutt’altro che casuale, colpisce infatti il 20% della popolazione, che richiede che le sostanze che entrano a contatto con la pelle vengano testate e valutate con estrema attenzione. Uno dei metodi oggi utilizzati per effettuare queste valutazione è il test h-CLAT che verifica se il contatto di una sostanza con cellule dendritiche umane in vitro porti o meno a una espressione degli antigeni CD54 e CD86.

La verifica avviene utilizzando specifici anticorpi monoclonali (mAbs) poi rilevati con l’immunofluorescenza. La linea cellulare utilizzata è quella dei monociti THP-1. H-CLAT presenta alcune limitazioni note e può essere usato a fini regolatori solo se porta a risultati che rientrano in alcuni range ben definiti dall’OCSE. Un gruppo di ricercatori italiani ha ha voluto verificare se esista un diverso parametro da seguire per capire con maggior certezza quando una sostanza è sensibilizzante o meno. In particolare, lo strumento utilizzato è stata l’analisi della citometria a flusso che ha permesso di individuare, nei test effettuati con sostanze sensibilizzanti, una sub popolazione cellulare ben distinguibile per alcune caratteristiche. Si tratta di risultati interessanti che però richiedono ulteriori approfondimenti.

Buzzella, A., Mazzini, G., Vicini, R., Angelinetta, C. and Pastoris, O. (2019), A preliminary study of an alternative method for evaluating skin sensitizing potential of chemicals. Int J Cosmet Sci. Accepted Author Manuscript. doi:10.1111/ics.1253

https://onlinelibrary.wiley.com/journal/14682494