La consueta indagine congiunturale proposta dal Centro Studi di Cosmetica Italia, associazione nazionale imprese cosmetiche, analizza l’andamento dei canali nel primo semestre 2013 e le previsioni per il secondo semestre 2013. La domanda interna genera una previsione negativa sui volumi di produzione per il 2013 e fa segnare un -2,4% per un valore di sell-in (produzione per il mercato interno) che sarà prossimo ai 6.000 milioni di euro. Il valore totale del mercato cosmetico (sell-out) toccherà a fine anno i 9.400 milioni di euro. La profumeria,con un calo nel primo semestre del 5,1%, che verrà confermato anche nella seconda parte dell’anno, riporta la più importante contrazione tra i canali tradizionali degli ultimi anni, per un valore totale che si aggirerà attorno ai 2.100 milioni di euro. Negativo anche l’andamento dei canali professionali, estetica e acconciatura, penalizzati dalla minore frequentazione della clientela, condizionata dalla crisi attuale: a fine anno il valore del mercato previsto nei due canali scenderà mediamente di otto punti percentuali toccando il valore di 840 milioni di euro. In antitesi ai canali in sofferenza, l’erboristeria anche grazie al fenomeno dei negozi monomarca e del crescente orientamento green dei consumatori, erode sempre maggiori quote di mercato e porta i dati preconsuntivi a +3,5%, con un valore di mercato che a fine 2013 oltrepasserà i 410 milioni di euro. Il rallentamento del ritmo di crescita della farmacia, che dopo anni di trend superiori alla media del comparto ha registrato deboli segnali di difficoltà, sembra esaurirsi per ritornare alla stabilità nel medio periodo. L’andamento del primo semestre 2013 segna un calo dell’1,1%, con previsioni di chiusura del secondo semestre agli stessi livelli: il valore del canale a fine 2013 sarà poco inferiore ai 1.800 milioni di euro. Le analisi sulle vendite di cosmetici nella grande distribuzione conferma una situazione disomogenea: pur confermandosi il più importante canale di vendita per il cosmetico, il valore del mercato toccherà i 3.800 milioni di euro condizionato da un primo semestre in calo di 1,5 punti percentuali e da una seconda parte dell’anno con un tasso in negativo di un punto percentuale. Sul canale incidono positivamente i trend dei centri specializzati e dei monomarca, mentre andrà monitorata con attenzione la sofferenza delle grandi superfici. Segnali incoraggianti vengono dalla produzione in conto terzi, tradizionale aggregazione trasversale nei confronti degli altri canali, che vede i preconsuntivi dei primi sei mesi dell’anno in crescita del 4,5% e le previsioni per il secondo semestre a +5%. Nonostante siano condizionati dal mercato interno in leggera flessione, i fatturati delle imprese cresceranno a fine 2013 di oltre 2 punti percentuali per un valore della produzione superiore a 9.200 milioni di euro e agevolati dall’andamento dalle esportazioni(+12% per un valore prossimo ai 3.000 milioni di euro). «Il consumatore in Italia – afferma Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia – non rinuncia al cosmetico sicuramente, ma si sposta all’interno dei canali e nelle differenti fasce di prezzo generando quel fenomeno di mercato, noto come effetto clessidra, che evidenzia l’orientamento degli acquisti ai poli opposti dell’offerta. Le imprese italiane assecondano le nuove opzioni di acquisto, che non riducono i numeri di pezzi acquistati, ma sicuramente si razionalizzano nei valori: le alleanze all’interno delle filiere di distribuzione consentono di proporre nuove modalità di shopping experience. Sui mercati internazionali, molto più dinamici del nostro, la competitività del Made in Italy si rafforza proprio grazie alla capacità di ascoltare i segnali di mercato».