Torna a splendere il sole

SonnenschutzDopo le generalizzate flessioni registrate a cavallo fra il 2013 e il 2014 il segmento sun care è ritornato a crescere e secondo Euromonitor International potrebbe segnare ulteriori exploit di qui al 2018, trainato dalle vendite nei Paesi emergenti e dallo sviluppo di nuovi prodotti multifunzionali. È passato poco più di un anno da quando gli osservatori di Euromonitor International prevedevano per il comparto dei solari un aumento delle vendite da 6,4 punti percentuali a tassi di cambio costanti sino al 2018. Un exploit, questo, che consentirebbe a questa variegata categoria di prodotti di portare la sua incidenza sul mercato complessivo della bellezza, che valeva 454 miliardi di dollari nel 2013, ben oltre il 2% registrato negli ultimi anni. Gli spazi per una ulteriore espansione non mancano, visto per esempio che, «a dispetto della crescente sensibilità rispetto agli effetti nocivi dell’esposizione ai raggi solari», meno del 50% dei consumatori ricorre a soluzioni protettive. Non a caso, per questo segmento gli analisti pronosticavano all’edizione 2015 di In-Cosmetics un incremento dei fatturati da 1,8 miliardi di dollari entro il prossimo biennio. La parte del leone, in questo quadro, spetterebbe all’America Latina, che porterebbe in dote un business da un miliardo. Allo stesso tempo le sfide che attendono il settore sono numerose e hanno a che fare con l’utilizzo di nuove formulazioni, guidate fra l’altro dalla ricerca sugli effetti invecchianti delle radiazioni elettro-magnetiche sulla pelle. Ma anche con la domanda in costante espansione di articoli in grado di coniugare le funzionalità di schermo contro i raggi ultravioletti con quelle nutritive e, appunto, anti-età. Nel mondo, il volume d’affari dei solari è tornato a salire lo scorso anno dopo la flessione del periodo 2013-2014 (a 9 miliardi e 106 milioni di dollari) toccando quota 9,202 miliardi. Il peso della classe Adult sun care entro la quale Euromonitor raggruppa protezioni, autoabbronzanti e dopo-sole è preponderante, coi suoi 8,511 miliardi di dollari. E a questa cifra i cosmetici protettivi contribuiscono con 7,417 miliardi. Nel maturo panorama europeo non si è più riusciti a eguagliare i valori registrati all’inizio del decennio con consegna per 2,820 miliardi, ma fra il 2014 e lo scorso anno le vendite sono tornate a impennarsi passando da 2,679 a 2,747 miliardi di dollari. E anche qui le fette più ampie della torta vanno ai prodotti per gli adulti – nonostante la buona performance di quelli per l’infanzia, a 246 milioni – coi loro 2,501 miliardi dovuti per lo più alle formule protettive. Anche l’Italia, i cui valori sono calati dai 503 milioni del 2010 ai 442,1 del 2014, ha invertito la rotta, fatturando in quest’ambito 461,4 milioni. Ne vale quasi 400 l’offerta Adult sun care, con 317,7 milioni riconducibili alle protezioni, 75 ai dopo-sole; 6 agli autoabbronzanti. È pari invece a 62,7 milioni il business dei prodotti per i bambini, superiore anche a quello del 2010 (61 milioni).

Prospettive luminose
Nel corso della presentazione tenuta a In-Cosmetics 2015 Euromonitor International ha messo a confronto le dinamiche evolutive di alcune categorie merceologiche le cui prerogative vengono più spesso a coincidere. Si tratta delle creme idratanti per il viso; degli anti-ageing e appunto dei solari. Le analisi evidenziano come le prime siano attese a conservare e rafforzare la loro posizione dominante nei consumi pro capite della macroregione Asia-Pacifico e, pur con dimensioni decisamente minori, anche in Medio Oriente e Africa. Al contrario però nell’area indicata come Australasia, nell’Europa Occidentale e Orientale e soprattutto nell’intero continente americano la richiesta di protezioni, abbronzanti e dopo-sole dovrebbe superare di gran lunga, entro il 2018, quella delle altre due linee prese in considerazione. Come si è avuto modo di accennare, tuttavia, una parte importante delle prospettive di successo dell’industria del sun care dipenderà dalla sua capacità di integrare funzionalità tipiche di altri settori concorrenti. Per esempio, è parere degli analisti Oru Moihuddin e Nicole Tyrimou che dai cosmetici per il trucco i solari possano e debbano importare le caratteristiche di coprenza. Dai prodotti anti-invecchiamento si dovrebbero ereditare le proprietà rassodanti e tonificanti e da quella della cura della pelle in genere gli effetti idratanti e sbiancanti, a seconda della tipologia di pelle cui ci si intende rivolgere. Analogamente, in un’ottica di integrazione, specificità come i fattori di protezione dal sole possono essere esportati agli stessi segmenti dei cosmetici per il trucco e della cura della pelle, ma anche a quello della bellezza dei capelli e ad alcune famiglie di deodoranti. Nel dettaglio, gli esperti di Euromonitor International ritengono che una proposta all-in-one composta da sun care, coprenti e anti-età possa risultare vincente in America Latina e in modo particolare in Brasile, Argentina e Messico; ma anche in Medio Oriente e segnatamente in Arabia Saudita. Al contrario, i benefici combinati degli anti-age e solari, nelle loro varie declinazioni, sono più apprezzati in Asia fra Indonesia, Tailandia, Vietnam.

Tendenze contrastanti
Lo spaccato dei principali Paesi consumatori di prodotti per l’abbronzatura e la protezione solare fa preciso riferimento all’andamento delle vendite contabilizzate nel 2014 ma nella maggior parte dei casi dà testimonianza di quella tendenza a una nuova crescita che il mercato ha in seguito espresso. In Spagna, per esempio, le vendite a valore sono aumentate del 2%, sebbene la performance delle singole linee sia stata disomogenea. Protezioni e dopo-sole hanno tratto vantaggio dalla maggiore sensibilità della clientela ai potenziali danni arrecati dall’esposizione eccessiva ai raggi UV. E per converso hanno rallentato la loro corsa gli auto-abbronzanti, come era del tutto logico aspettarsi. Contraddittorio è stato il comportamento del panorama francese, che in modo non dissimile da quello italiano ha assistito a un’impennata degli scambi nella prima parte dell’anno e soprattutto nel secondo trimestre, agevolata da condizioni climatiche ottimali. Una volta venuti meno i favori del clima anche la domanda si è rarefatta. In Italia la perdita di terreno dei pigmentanti e dei solari è stata descritta oltre che da Euromonitor anche da Cosmetica Italia. A marzo dello scorso anno l’associazione di categoria ha certificato la sostanziale tenuta del beauty tricolore (-1,4% le vendite interne; +4,9 le esportazioni) ma anche il declino di questa classe merceologica, vittima di una emorragia di incassi da 4,8 punti percentuali, per valori complessivi inferiori ai 30 milioni di euro. Responsabile del calo, secondo Cosmetica Italia, non solo il cattivo tempo ma anche la lunga crisi. Sospinta dall’affermazione delle private label la Germania ha recuperato nel segmento una parte del terreno perduto nel 2013 registrando un +1% che porta il mercato complessivo del sun care a un valore di 163 milioni di euro, ancora di sei milioni più basso rispetto a quanto calcolato a fine 2012. Identico il tasso di incremento del mercato britannico dove la performance migliore è stata messa a segno dalle protezioni, in fase di slancio sia dal punto di vista dei valori (+3%) e sia da quello dei volumi (+9) anche se con un passo meno spedito di quello tenuto lungo tutto l’arco del 2013. La corsa alle formulazioni multi-funzione ha infine inciso sul comportamento del panorama statunitense, dove il sun care ha visto le sue vendite aumentare dell’1% contro il -2% del 2013. Tuttavia a generare la discesa rispetto al +7% annuo dimostrato nel periodo 2009-2012 è stata l’attenzione che i consumatori hanno riservato ai prodotti per la cura della pelle o ai cosmetici per il trucco in grado di integrare specifici fattori di protezione solare. Un fenomeno che gli osservatori hanno in questo caso indicato come «cannibalizzazione», a scapito naturalmente di solari e affini. Per finire, come già si era avuto modo di accennare brevemente, il Brasile è fra gli Stati che hanno messo in evidenza i tassi di incremento più rilevanti. Qui il settore sun care è cresciuto del 17% grazie, in particolar modo, alle formule protettive; e chiaramente alla maggior consapevolezza dei consumatori dei danni causati dall’esposizione indiscriminata al sole. Un mercato tanto promettente sta stimolando, secondo Euromonitor International, la competizione fra brand a colpi di marketing.

1Nel mondo
Il volume d’affari dei solari è tornato a salire lo scorso anno dopo la flessione del periodo 2013-2014 (9 miliardi e 106 milioni di dollari) toccando quota 9,202 miliardi».

Italia
Anche qui, i cui valori sono calati dai 503 milioni del 2010 ai 442,1 del 2014, ha invertito la rotta, fatturando in quest’ambito 461,4 milioni»

Bibliografia
-Euromonitor International: www.euromonitor.com/
-Cosmetica Italia – Unipro: Industria cosmetica – Produzione, mercato e commercio estero (www.unipro.org/export/sites/default/it_150313_150609/documenti/centro_studi/Numeri_2015/numeri_2015_DEF.pdf)

di R. Carminati in collaborazione con Euromonitor International