Issey Miyake, l’iconico designer giapponese, è scomparso lo scorso agosto all’età di 84 anni. Il famoso stilista, dopo una carriera decennale che incluse periodi a New York e a Parigi, lavorando con marchi quali Givenchy, è stato tra i primi a cambiare radicalmente la cultura della moda “eurocentrica” per adottare una portata più ampia nel proprio lavoro, rivolta alle più diverse scuole di pensiero.
Nonostante i molteplici e variegati caratteri distintivi di Miyake e l’eleganza moderna e sfaccettata delle sue creazioni, che saranno ricordate per sempre, per molte persone il suo nome è probabilmente più spesso associato a una particolare bottiglia di profumo. Issey Miyake è infatti anche il nome di una delle case di fragranze più note al mondo, Issey Miyake Parfums, e la prima fragranza del marchio, rilasciata nel 1992 e ispirata da una cascata fresca e pulita e dall’acqua sulla pelle di una donna, la celebre L’eau D’Issey, è infatti diventata uno dei profumi più popolari del decennio.
Questa fragranza ha dato il via a un amore distintivo per le note naturali, tipicamente acquatiche, che sono morbide, inoffensive e che si indossano incredibilmente bene. Il profumo si definisce infatti un ‘floreale-acquatico’, con note di testa di loto, rosa e melone, note di cuore di giglio e peonia che si muovono attraverso una base legnosa e muschiata. È un profumo morbido e delicato, piuttosto che intenso o sensuale.
La bottiglia conica in vetro smerigliato e il tappo a cupola si ispirano al chiaro di luna sulla Torre Eiffel, rappresentando ed evocando come nient’altro il minimalismo pulito e raffinato tipico di quel decennio. Da allora, con numerosi profumi, tra profumi da uomo, da donna e unisex, le fragranze Issey Miyake sono sempre state ampiamente affidabili per chiunque desideri qualcosa di versatile e piacevole. Come i suoi abiti, dunque, anche le fragranze del famoso designer celebrano un atteggiamento di libertà, movimento e fisicità, che ha anche ispirando il mondo della profumeria di nicchia.
Miyake voleva, infatti, che le persone si sentissero a proprio agio “in realtà il lavoro di progettazione è creare qualcosa che funzioni nella vita reale” dichiarò in un’intervista al Guardian nel 2016.