Un recente studio USA ha validato l’uso del test in-chemico OptiSafeTM applicato a sostanze che non richiedono la classificazione per irritazione oculare, individuandone anche le limitazioni. OptiSafeTM rileva il danno causato dalle sostanze chimiche testate a delle macromolecole. Lo studio ha visto la partecipazione di 3 laboratori per poter verificare la accuratezza e la riproducibilità interlaboratorio dei risultati, oltre a quelle intralaboratorio.
Il lavoro è partito da 95 sostanze codificate, 35 delle quali sono state testate da tutti e tre i laboratori, mentre 60 solo dal capofila. Le performance del metodo sono state valutate mettendo a confronto la classificazione ottenuta con OptiSafeTM con quella disponibile relativa a vecchi test in vivo, sia EPA che GHS. Nessun test in vivo è stato invece portato avanti durante questo studio.
Il primo risultato ottenuto riguarda la verifica iniziale delle sostanze che possono essere sottoposte al test in chemico: lo studio evidenzia che queste possono essere effettuate anche da un laboratorio non troppo complesso. Il metodo si è dimostrato accurato mediamente all’82% per la classificazione EPA e all’88% per la classificazione GHS, considerando i laboratori separatamente. Unendo i risultati si ottengono valori più interessanti, pari al 89% per entrambi i sistemi di classificazione, e allo 0% per i falsi negativi.
Ottimi i risultati anche per le 60 sostanze testate solo dal laboratorio capofila dello studio. In conclusione, lo studio evidenzia la sicurezza del metodo per identificare le sostanze non-surfattanti che non richiedono classificazione per l’irritazione oculare.
Questo dimostra che il metodo può essere utilizzato per individuare le sostanze che non necessitano di essere ulteriormente studiate perché non presentano alcun rischio di provocare irritazione oculare.
Choksi N, Lebrun S, Nguyen M, et al. Validation of the OptiSafe™ Eye Irritation Test [published online ahead of print, 2020 Jun 25]. Cutan Ocul Toxicol. 2020;1-42. doi:10.1080/15569527.2020.1787431