Il processo che determina la sensibilizzazione della cute nei confronti di una sostanza è molto complesso, fatto di vari step: studiare il rischio sensibilizzante di una sostanza chimica è altrettanto complesso.
Ecco quindi che la ricerca sta continuamente sviluppando e valutando il funzionamento di nuovi test in vitro o di sistemi integrati di valutazione. L’uso sinergico di varie tipologie di test animal-free sembra infatti l’approccio più adeguato a studiare questo rischio. Il numero di ottobre di Toxicology In Vitro riporta uno studio del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo della L’Oreal in cui si vanno a valutare le performance predittive di un approccio ben definito (DA) e integrato che unisce saggi in vitro, in chemico e in silico.
Lo studio è stato portato avanti utilizzando il Database europeo sulla sensibilizzazione cutanea. Il metodo è già stato sottoposto all’OCSE per essere inserito nel suo elenco di test riconosciuti come validi. Ed ecco i risultati: partendo da 97 sostanze chimiche note, il metodo ha mostrato una sensibilità del 97%, una specificità del 76% e una accuratezza del 86% rispetto a dati di rischio ottenuti su pelle umana e una sensibilità del 85%, una specificità del 91% e una accuratezza del 87% rispetto ai dati ottenuti con un Local Lymph Node Assay (LLNA), un test in vivo. Il metodo integrato dimostra di essere più efficacie del LLNA nel predire il rischio di sensibilizzazione cutanea. Inoltre, il metodo mostra essere accurato come altri 6 approcci integrati. Ora sono necessarie valutazioni indipendenti.
Fleur Tourneix, Nathalie Alépée, Ann Detroyer, Joan Eilstein, Silvia Martinozzi Teissier, Laurent Nardelli, Hicham Noçairi, Thierry Pauloin, Cécile Piroird, Aurélia Del Bufalo. Assessment of a defined approach based on a stacking prediction model to identify skin sensitization hazard. Toxicology in Vitro, Volume 60 (2019), pgg 134-143. https://doi.org/10.1016/j.tiv.2019.05.008.
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0887233318307586