Pepe rosa, frizzante sapore di mondi lontani

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Uno degli oli essenziali più utilizzati nel campo della profumeria, da sempre affascinante e magnetico per il suo inconfondibile odore e per la sua capacità di far sognare al primo impatto con le narici. Ormai la maggior parte delle nuove profumazioni alcoliche che ogni anno escono sul mercato non possono prescindere dalla presenza, in tracce o più significativa a seconda della tipologia di fragranza, del pepe rosa. Questo particolare olio essenziale si estrae dalle bacche dell’albero sempreverde Schinus Molle, alto dai 5 ai 7 metri e originario degli immensi altopiani di Bolivia, Perù e Cile, noto anche come falso pepe Le bacche di colore rosa – rosso carminio hanno un odore aromatico molto intenso e un sapore simile a quello del pepe, infatti vengono utilizzate come spezie in cucina, trovando diversi tipi di impieghi diversi. In Ecuador i grani di pepe rosa sono molto diffusi come condimento per le pietanze, ma anche per insaporire liquori e aceto, in Cile aromatizzano il vino, mentre in Messico è utilizzato nella preparazione del pulque, una bevanda alcolica molto antica considerata sacra. Le bacche vengono raccolte in piena maturazione, fine autunno, e sono fatte essiccare al sole per uso alimentare oppure si può procedere a processi di estrazione per ottenere l’olio essenziale, tra cui spicca la metodologia che impiega l’anidride carbonica come solvente in qualità di fluido supercritico e consente l’ottenimento della qualità più pregiata di olio, il Baies Rose Co2. Nella creazione dei profumi spesso i grandi nasi ricorrono all’utilizzo del pepe rosa, in virtù della sua nota fresca, solo leggermente speziata e molto pulita ed rotonda, se paragonata agli aspetti più grevi, per esempio, del pepe nero e del poivre blanc. Unito a note agrumate e fresche la presenza del pepe rosa ha un effetto booster che aumenta l’esplosività della fragranza, conquistando i consumatori e questo è il motivo perché lo si trova quasi ubiquitariamente nei nuovi edt dei vari marchi (Dior, Givenchy, Armani). Come tutte le note di testa, questa materia prima è difficile da dosare all’interno delle composizioni e il rischio di sovraddosaggio è dietro l’angolo e solo l’esperienza pluriennale di affermati nasi può arrivare a determinare una concentrazione di partenza consona al tipo di prodotto.

Una delle prime creazioni realizzate con uno straordinaria esaltazione delle qualità olfattive del pepe rosa è stata nel 1995 Pleasures di Estèe Lauder, creata dai profumieri della casa Firmenich, il profumo di una donna che vuole vivere i piccoli piaceri della vita giorno dopo giorno. Un bouquet fiorito e delicato fatto di peonie, gelsomino e dai seducenti fiori di Karo Karoundè viene combinato alla frizzantezza del pepe rosa, andando a realizzare un profumo adatto per ogni momento e per qualsiasi stagione. Un altro grande artista come Jean Claude Ellena amava utilizzare una materi prima come il pepe rosa nelle sue creazioni, come nel caso della fragranza Rose Poivrèe realizzata per The Different Company nel 2000, dove la ricchezza e la sensualità della rosa contrastano con i sentori speziati di pepe nero, pepe rosa e coriandolo per poi lasciare spazio alla componente legnoso-terrosa del vetiver e all’odore animale della civetta. È bello osservare come ai giorni nostri, spesso caratterizzati da pessimismo e ritmi frenetici, le frizzanti note di pepe rosa rappresentino una sorta di evasione e diano ottimismo al consumatore che lo sceglie.

di Luca Ilorini, chimico cosmetologo