Acne, il ruolo dell’esposoma e l’importanza della fotoprotezione

Acne, il ruolo dell'esposoma e l'importanza della fotoprotezione

Acne, il ruolo dell'esposoma e l'importanza della fotoprotezione

L’acne vulgaris è una delle problematiche cutanee più diffuse. La sua fisiopatologia si basa sulla complessa interazione tra mediatori dell’infiammazione, iperseborrea, alterazione della cheratinizzazione e colonizzazione follicolare da parte del Propionibacterium acnes.

Relazione esposoma-acne

L’esposoma cutaneo rappresenta l’insieme dei fattori legati alle esposizioni esterne ed interne, genetica esclusa, capaci di modificare o indurre dermatosi di vario genere.

L’esposoma è altamente dinamico e la caratterizzazione di tutti i suoi aspetti è impossibile nella vita reale.

Tra i fattori espositivi che possono indurre o peggiorare l’acne rientrano l’esposizione al sole, l’umidità ambientale, l’inquinamento, la dieta, una skincare non adeguata al proprio tipo di pelle, la mancanza di sonno e lo stress.

Una detersione aggressiva e l’uso di saponi dal pH alcalino possono alterare la barriera cutanea e il suo microbiota e determinare, di conseguenza, riacutizzazioni della problematica.  D’altro canto, si riscontrano notevoli miglioramenti con l’utilizzo di dermocosmetici specifici.

Lo studio

Il presente studio ha preso in esame l’impatto dell’esposoma sull’acne e il ruolo della fotoprotezione in tal senso.

È stato evidenziato che fattori ambientali, quali le radiazioni solari, l’inquinamento atmosferico, il consumo di tabacco, lo stress psicologico, svariati microrganismi e un’alimentazione scorretta possono scatenare o esacerbare l’acne.

I raggi ultravioletti riescono ad attenuarne temporaneamente le lesioni. Di contro, hanno la capacità di indurre risposte pro-infiammatorie e profibrotiche e produrre iperpigmentazione post-infiammatoria e/o eritema post-infiammatorio.

I prodotti solari possono migliorare la sintomatologia e il trattamento e prevenire l’iperpigmentazione post-infiammatoria.

La fotoprotezione è essenziale, soprattutto se il soggetto impiega anche farmaci potenzialmente fotosensibilizzanti, quali tetracicline e isotretionina.

L’uso di creme solari specificatamente formulate può prevenire la fotocarcinogenesi e il fotoinvecchiamento, ma è anche in grado di favorire l’aderenza alla terapia topica o sistemica, camuffare le lesioni (solari colorati), ridurre l’infiammazione e l’incidenza dell’iperpigmentazione e dell’eritema post-infiammatorio. Il tutto contribuisce all’autostima del paziente e influisce positivamente sulla qualità della vita.

Le conclusioni

Sulla base della patogenesi dell’acne, il cosmetico fotoprotettivo ottimale dovrebbe possedere proprietà emollienti, antiossidanti e di controllo del sebo.

È buona norma prediligere solari non comedogenici a base acquosa e ad ampio spettro (SPF≥30) e con protezione VL (luce visibile) e UVA1 (ultravioletto A di lunghezza d’onda 340-400nm) aggiuntiva per individui con pelle di colore (SOC).

Le caratteristiche sensoriali dei cosmetici per la fotoprotezione utilizzati per pelle acneica risultano, infatti, di fondamentale importanza per un’aderenza costante ai trattamenti.

Piquero-Casals, J, Morgado-Carrasco, D, Rozas-Muñoz, E, et al.; Sun exposure, a relevant exposome factor in acne patients and how photoprotection can improve outcomes, J Cosmet Dermatol. 2023; 00: 1- 10. https://doi.org/10.1111/jocd.15726