Attività cosmeceutica di estratti dal caffè silverskin

(daniel-ruswick-unsplash)
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Il caffè silverskin è un film sottile che copre il chicco di caffè crudo: in generale, si stacca durante il processo di torrefazione del caffè e viene smaltito come «accendi fuoco» o inviato in discarica, e può causare un grave inquinamento ambientale.

Lo scopo di questo studio era di valutare la fattibilità dell’uso del caffè silverskin come materiale funzionale nei cosmetici, analizzandone gli ingredienti bioattivi, l’attività antiossidante, l’effetto citoprotettivo, l’effetto inibitore della metalloproteinasi-1 (MMP-1) della matrice e l’effetto anti-melanogenesi.

Nello studio

sono stati preparati da caffè silverskin un estratto in etanolo al 50% (EtOH) e la sua frazione di etilacetato (EtOAc); la caffeina è risultata essere il principale composto nell’estratto. Sia l’estratto di EtOH al 50% che la sua frazione EtOAc hanno mostrato attività antiossidante. Tuttavia, la frazione EtOAc ha mostrato una maggiore attività di eliminazione dei radicali e una riduzione di potenza rispetto a quella mostrata dall’estratto di EtOH al 50%. Inoltre, la frazione EtOAc ha aumentato la vitalità cellulare in un modello di lesione dei cheratinociti umani irradiati con UVB, e inoltre ha significativamente soppresso l’espressione di MMP-1 indotta da UVB e la produzione di melanina stimolata dall’ormone α-melanocita (α-MSH) nei cheratinociti HaCaT e nei melanociti B16F1, rispettivamente.

È interessante notare che la caffeina, componente principale della frazione EtOAc, non ha mostrato un effetto inibitorio e pertanto, la capacità antiossidante dell’estratto silverskin del caffè può essere attribuibile ad alcuni composti che presentano un’elevata capacità antiossidante anche a basse concentrazioni o essere risultato della capacità antiossidante totale di vari composti fenolici costituenti.

Questi nostri risultati indicano che il caffè silverskin presenta una potenziale applicazione come materiale funzionale naturale nei cosmetici multifunzionali.

Biomater Res. – Jan 14;23:2 (2019)

di C. Lacapra e S. Rum