Un’analisi offre una panoramica sui principali biopolimeri impiegati in ambito cosmetico e ne descrive le fonti, le strutture recentemente derivate, le nuove applicazioni e gli aspetti di sicurezza d’uso

Con il termine biopolimero si fa riferimento a costruzioni covalenti a catena di monomeri ottenute modificando chimicamente sostanze biologiche naturali o generate mediante processi biotecnologici. Si tratta di materiali generalmente non tossici, biocompatibili e biodegradabili.

A differenza dei polimeri sintetici, non sono prodotti tramite sintesi chimica e non mantengono forme o strutture precise. I biopolimeri sono ingredienti essenziali nelle formulazioni cosmetiche. Fungono, infatti, da modificatori reologici, emulsionanti, condizionanti, filmogeni, agenti fissativi, stabilizzatori di schiuma, idratanti e antimicrobici. Recentemente, hanno destato interesse anche per la cospicua attività metabolica sulla pelle e sugli annessi cutanei.

I biopolimeri utilizzati per applicazioni cosmetiche possono essere classificati in due tipologie principali: a base di polisaccaridi e costituiti da proteine.

La review

Il presente lavoro, pubblicato sull’International Journal of Cosmetic Science, offre una panoramica sui principali biopolimeri impiegati in ambito beauty e ne descrive le fonti, le strutture recentemente derivate, le nuove applicazioni e gli aspetti di sicurezza d’uso.

La revisione si apre con la distinzione tra biopolimeri proteici e biopolimeri composti da polisaccaridi. Per quanto riguarda i materiali a base di proteine, vengono presi in esame collagene e derivati, elastina e derivati, seta e cheratina. Nella categoria dei polisaccaridi, la review si sofferma invece su chitosano e derivati, acido ialuronico e derivati, alginato di sodio e derivati, amido e derivati, gomma xantana, carragenina e derivati.

Le conclusioni

I polimeri di origine naturale o sintetica presentano caratteristiche diverse e trovano pertanto svariate applicazioni nel settore cosmetico. Le strutture proteiche e polisaccaridiche sono frequentemente incluse nelle formulazioni convenzionali come emulsionanti, modificatori reologici, agenti filmogeni e stabilizzatori di schiuma.

Nell’era delle nanotecnologie, lo sviluppo di nuovi carriers e le modifiche apportate ai biopolimeri classici hanno prodotto materie prime capaci di potenziare la stabilità delle molecole o del prodotto finito, migliorarne le caratteristiche sensoriali e fornire vantaggi tecnologici e/o di marketing.

La biodegradabilità, la biocompatibilità e la non tossicità delle materie prime oggetto di studio sono peculiarità preziose. Possono infatti essere sfruttate nella progettazione di prodotti beauty che richiedono dichiarazioni di sicurezza e compatibilità ambientale. I risultati di test approfonditi supportano la bassa tossicità e la sicurezza dei biopolimeri come ingredienti cosmetici. È, tuttavia, necessario prestare attenzione alle concentrazioni utilizzate, alle idiosincrasie dei consumatori e all’eventualità di quantificazioni errate dei residui nocivi provenienti da fonti naturali.

In futuro, si prevedono applicazioni promettenti di tali materiali sotto forma di rivestimenti, idrogel, nanocarriers e filler dermici, alcuni con proprietà antiossidanti. Presumibilmente le nuove normative tenderanno ad insistere sull’impiego di metodologie sofisticate per analizzare i composti derivati da fonti naturali relativamente nuove (ad esempio specie marine), per garantire che soddisfino i parametri di qualità e non incidano in alcun modo sulla salute dei consumatori o sulla soddisfazione del cliente.

Mendoza-Muñoz N, Leyva-Gómez G, Piñón-Segundo E, Zambrano-Zaragoza ML, Quintanar-Guerrero D, Del Prado Audelo ML, et al.; Trends in biopolymer science applied to cosmetics; Int J Cosmet Sci. 2023; 00: 1–26. https://doi.org/10.1111/ics.12880