Certificazione Halal: obbligatoria tra nove mesi

sensual portrait of a fresh beauty arabian girl with hijabSi è tenuto a Verona il convegno «Certificazione Halal: Speed Way To Dubai», promosso da WHAD Italia. Tra i partecipanti i rappresentanti della municipalità di Dubai e dell’Ente di standardizzazione degli Emirati Arabi (ESMA) che hanno informato il pubblico riguardo il «nuovo standard cosmetico degli Emirati». Affinché un prodotto cosmetico possa entrare nel mercato islamico è necessario che abbia una certificazione halal (termine arabo che significa lecito). Si tratta di una certificazione religiosa che garantisce al consumatore che formula, sito di produzione e fasi di lavorazione del prodotto rispettino i principi halal e siano dunque leciti secondo il Corano. Tale certificazione, prevista dal nuovo standard prodotto da ESMA, sarà obbligatoria 9 nove mesi e sarà vigente in tutti i 57 paesi dell’OIC (Organizzazione delle Cooperazione Islamica). L’obbligo di certificazione vale sia per le aziende che vogliono entrare per la prima volta in uno dei 57 mercati, sia per le aziende già presenti sul mercato islamico che avranno tuttavia 3 anni di tempo per produrre certificazione halal (nel frattempo sarà però possibile che gli organi di controllo richiedano all’azienda test di laboratorio che escludano la presenza di sostanze haram (non lecite) nel cosmetico). L’obbligo vale anche per tutte le aziende che non vogliono definirsi halal poiché la certificazione sarà un prerequisito per la registrazione del prodotto stesso. Altre due importanti novità dello standard di ESMA riguardano la possibilità di convertire le linee di produzione passando da una produzione non halal a una produzione halal previo lavaggio e sanificazione dell’impianto e una riconsiderazione, più vantaggiosa per le aziende esportatrici, dell’uso dell’alcool considerato haram solo se ingerito e quindi halal per l’uso epidermico. L’intervento di Gian Andrea Positano, Responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, ha evidenziato l’importanza dei mercati islamici per le aziende italiane i cui margini di sviluppo di internazionalizzazione sono ancora molto ampi (solo il 34% della produzione cosmetica italiana è esportata nel mondo). Lo scorso anno sono stati esportati 98 milioni di euro di produzione nei soli Emirati Arabi che rappresentano il terzo mercato per la profumeria alcolica italiana cresciuta del 17,4% mentre di 26 punti percentuali è l’aumento complessivo dell’esportazione Italiana registrato nel mercato degli Emirati.

di D. Barillaro