Cosmos 3.0

La certificazione Cosmos, che nel settembre 2019 raggiungerà il traguardo dei 10 anni dalla fondazione, ha rilasciato il 1° settembre il terzo aggiornamento dello standard a cui le aziende devono conformarsi per essere certificate. Sarà operativo a partire dal 1° gennaio 2019: ecco le principali novità introdotte
Correva l’anno 2009 e la cosmesi green cominciava, già da qualche anno, ad essere un fenomeno non più “di passaggio” o di nicchia, bensì un trend in costante crescita in tutto il mondo, tanto da diventare uno dei principali driver del decennio successivo. Numerosi erano nati, negli anni precedenti, organismi di certificazione a livello locale, spesso appendici di quelli relativi all’agricoltura e all’industria alimentare, nel tentativo di supportare il consumatore nella scelta di un prodotto autenticamente ecologico e sostenibile – e non soltanto oggetto di greenwashing – con l’obiettivo di definire requisiti e definizioni comuni per cosmetici biologici e/o naturali. La problematica relativa alla frammentazione e alla disomogeneità dei disciplinari è stato così affrontato dagli stessi enti di certificazione in campo e in questo modo sono state sviluppate le due più significative realtà a livello europeo in questo ambito, tra cui, per l’appunto, Cosmos.

Cosmos in breve
Cosmos, acronimo di Cosmetics Organic standard, è nata con il supporto di importanti organizzazioni a livello nazionale di diversi paesi europei: Ecocert e Cosmebio in Francia, BDIH in Germania, Soil Association nel Regno Unito, Bioforum in Belgio e Icea in Italia. Scopo finale dichiarato è quello di giungere ad una cosmesi realmente sostenibile per tutto il ciclo produttivo.
Nel disciplinare Cosmos si distinguono 5 categorie di ingredienti che vengono utilizzati nella produzione di prodotti cosmetici: l’acqua, i minerali, i PPAI (Physically Processed Agro-Ingredients), i CPAI (Chemically Processed Agro-Ingredients) e ingredienti diversi non riconducibili a nessuna delle precedenti classi. Nello specifico, l’acqua presente nel prodotto non viene considerata biologica – ovvero non viene conteggiata nel calcolo della percentuale di ingredienti di origine biologica sul prodotto finito – e può essere potabile, di sorgente, marina, sottoposta ad osmosi, distillata o contenuta nelle materie prime. Stessa sorte per i minerali: come l’acqua non vengono considerati biologici poiché non considerati fonti rinnovabili. È presente nel disciplinare un apposito elenco di minerali ammessi, puri, presenti in natura e trattati solo con metodi fisici. Gli ingredienti ottenuti mediante processi fisici, denominati PPAI (Physically Processed Agro-Ingredients), entrano nel calcolo della percentuale che determina la materia prima biologica nel prodotto finito. Essi non devono subire trattamenti come l’irradiazione, o provenire dalla soppressione o mutilazione di animali. I solventi ammessi per l’estrazione dei principi attivi vegetali sono unicamente acqua, di derivazione vegetale e CO2. Gli ingredienti derivati da processi chimici, denominati CPAI (Chemically Processed Agro-Ingredients), sono ingredienti processati chimicamente, raramente biologici, a cui è stata posta la soglia del 30% a partire dal 2012. Uno degli obiettivi principali di Cosmos è ricorrere e incentivare, ove possibile, la cosiddetta “green chemistry” attraverso l’uso di risorse rinnovabili, con il divieto categorico di utilizzare ad esempio solventi di origine petrolchimica nell’elaborazione di materiale biologico. I processi di estrazione ammessi sono elencati in un apposito elenco allegato al disciplinare. Nella quinta categoria ovvero “altri ingredienti”, vengono specificati alcune sostanze vietate, ad esempio i nanomateriali (potrebbero essere necessarie delle eccezioni valutate caso per caso con richieste supportate da dossier tecnici), gli ingredienti vegetali derivati da organismi geneticamente modificati e gli ingredienti irraggiati, esteso a tutta la filiera. E’ vietato l’impiego di materie prime derivanti da animali o piante che compaiono nelle Liste Europee e Internazionali delle specie protette.
In base ai criteri sopra descritti e attraverso l’applicazione di specifiche formule matematiche finalizzate al calcolo della percentuale di vegetale biologico contenuta sia nella materia prima che nel prodotto finito, il disciplinare Cosmos prevede due diverse certificazioni: Cosmetico Biologico “Cosmos Organic” e Cosmetico Naturale “Cosmos Natural”. Nel primo caso, per ottenere la denominazione Cosmos Organic il prodotto finito deve contenere almeno il 20% del totale degli ingredienti di origine biologica; fanno eccezione i prodotti da risciacquo e i prodotti che contengono almeno l’80% di ingredienti di origine minerale (in questo caso il limite scende al 10%). Gli ingredienti di derivazione agricola  fisicamente trasformati presenti in formula (PPAI), invece, devono essere bio almeno per il 95%.  Per ottenere la certificazione Cosmos Natural invece non è richiesta una percentuale di ingredienti biologici predeterminata e per quanto concerne gli ingredienti ammessi, si fa riferimento agli enti certificatori di ogni singola nazione. Come già accennato, per entrambi i livelli di certificazione il calcolo del biologico esclude l’acqua e gli ingredienti minerali.

Come ci si certifica Cosmos
L’iter di certificazione si articola in 4 fasi principali, che comprendono una valutazione iniziale dei prodotti e del processo produttivo, la verifica ispettiva in situ, l’emissione del Certificato di Conformità e una successiva sorveglianza annuale.
La valutazione iniziale comprende anche la valutazione della composizione dei prodotti per i quali è richiesta la certificazione, nonché della conformità delle materie prime attraverso l’analisi delle schede tecniche di tutti i componenti. Per tutti gli ingredienti biologici è richiesta la certificazione rilasciata da enti di controllo e certificazione autorizzati. Gli ingredienti non biologici devono rientrare nelle apposite liste di ingredienti approvati nel circuito Cosmos.
La verifica ispettiva in situ è volta ad accertare l’effettiva conformità dei prodotti ai requisiti richiesti dal disciplinare; la corretta organizzazione e gestione dei processi di fabbricazione e delle procedure interne suscettibili di compromettere la conformità del prodotto stesso; il rispetto dei criteri ambientali pertinenti.
Alla fase valutativa segue l’emissione del Certificato di Conformità, sulla base delle informazioni e dei dati raccolti nell’ambito del processo di valutazione e verifica. Il certificato riporta l’elenco dei prodotti certificati in base alla loro classificazione: Cosmos Organic e Cosmos Natural.
In seguito l’azienda certificata verrà sottoposta a sorveglianza annuale che comprende periodiche ispezioni presso le unità produttive, i centri di immagazzinamento e la distribuzione dei prodotti, al fine di verificare il mantenimento delle condizioni di conformità. ICEA svolge, inoltre, prelievi per analisi di prodotto presso gli stabilimenti di produzione.

Aggiornamento 3.0: obiettivo sostenibilità a 360°
Dopo oltre due anni di intenso lavoro, Cosmos ha pubblicato la versione aggiornata dello standard, la nuova Guida tecnica e la nuova Guida all’etichettatura. Gli obiettivi principali della revisione hanno riguardato il rafforzamento delle procedure e il loro allineamento con la norma ISO 17065, che stabilisce i requisiti che un organismo di certificazione deve soddisfare per dimostrare di operare in modo competente, coerente e imparziale. Inoltre l’aggiornamento ha implementato l’integrazione e la razionalizzazione dei vari documenti, il miglioramento dell’armonizzazione tra tutti gli attori e l’evoluzione tra gli sviluppi attuali e preoccupazioni ambientali. Con il proposito di accrescere il più possibile la sostenibilità in tutte le direzioni, nella versione 3.0 è stato implementato un principio consultabile in termini pratici. Aspetto saliente, viene richiesta la certificazione biologica o quantomeno sostenibile (CSPO) per tutti gli ingredienti provenienti da palma e palmisto lungo tutta la filiera produttiva, con la garanzia che non provengano da coltivazioni aventi un impatto negativo sugli ecosistemi naturali, compresa la foresta pluviale primaria. È stata inoltre introdotta qualche modifica riguardo l’origine delle materie prime di origine animale e le regole per il calcolo biologico dei saponi.

Sempre con l’obiettivo di semplificare e razionalizzare, è stata modificata l’appendice V.3 per identificare la famiglia degli ingredienti e l’INCI delle sostanze accettate (dove è indicata la famiglia in modo generico significa che tutti gli ingredienti che ne fanno parte possono essere utilizzati). È stata anche evidenziata l’intenzione di rimuovere gli ingredienti laddove esistano alternative conformi o di sostituirli con quelli caratterizzati da un miglior profilo ecologico.

Sono state introdotte due nuove appendici per organizzare meglio i requisiti già esistenti dello standard:

  • l’Appendice VIII; in cui sono elencate le sostanze per le quali non sono richiesti dati sull’atom economy, la tossicità e la biodegradabilità;
  • Appendice IX; una lista non esaustiva dei materiali di imballaggio accettati, dove possono essere utilizzati e le restrizioni sull’uso di guaine di protezione e sovra-imballaggi.

Come già anticipato, lo standard 3.0 entrato in vigore il 1° settembre, sarà applicato a partire dal 1° gennaio 2019. Le aziende che già aderiscono allo standard e che sono quindi provviste della certificazione Cosmos, per mantenerla dovranno adeguarsi alle nuove direttive: in questo processo potranno fare riferimento a ICEA, che è referente Cosmos per l’Italia, e che le accompagnerà e guiderà in questo momento di transizione.

I CONSUMATORI E LE CERTIFICAZIONI
Da una ricerca commissionata da Cosmetica Italia nel 2016 all’agenzia Alias, incentrata sulla percezione e il comportamento dei consumatori verso i cosmetici naturali è emerso che la visione del cosmetico green risulta alquanto semplificata, e si riduce alla presenza di ingredienti vegetali (49% degli intervistati) o alla certificazione bio, che è considerata importante nel 48% dei casi. La presenza della certificazione è percepita più importante dalle donne (51%) rispetto all’importanza attribuita dagli uomini (37%).

GLI ALLEGATI AL COSMOS – STANDARD
Numerosi sono gli allegati alla documentazione dello standard Cosmos: l’Appendice I illustra i processi fisici consentiti nella produzione degli ingredienti. L’Appendice II elenca i processi chimici autorizzati per la trasformazione degli agro-ingredienti. L’Appendice III illustra alcuni esempi di processi non ammessi; l’Appendice IV, elenca gli ingredienti di origine minerale autorizzati. Nell’Appendice V sono invece elencati altri ingredienti ammessi. Fanno parte dell’Appendice VI, gli agro-ingredienti fisicamente trasformati che devono essere necessariamente provvisti di certificazione biologica. Nell’Appendice VII sono elencati gli agro-ingredienti processati chimicamente che devono necessariamente provenire da agro-ingredienti biologici. Nell’Appendice VIII sono illustrate eccezioni riguardanti l’atom economy, la tossicità e dati relativi alla biodegradabilità. Infine, nell’Allegato IX sono descritti i materiali di imballaggio che è possibile utilizzare.

di Giulia Dazzan