La pelle umana è popolata da vari microrganismi, il cosiddetto microbiota, come batteri, virus, lieviti, funghi e archaea. Il microbiota cutaneo è in costante contatto con l’ambiente circostante che può alterarne lo stato eubiotico. Recentemente è stato anche osservato che l’applicazione di prodotti cosmetici può alterare l’equilibrio del microbiota cutaneo. Questo effetto può essere attribuito a molti fattori tra cui l’attività residua dei conservanti sulla pelle.
Lo studio
Nel presente lavoro, è stato studiato l’effetto di undici conservanti comunemente presenti nei prodotti cosmetici su Propionibacterium acnes, Staphylococcus epidermidis e Staphylococcus aureus in vitro utilizzando modelli cutanei 3D e metodi dipendenti dalla cultura. Inoltre, è stato studiato l’effetto sull’istone deacetilasi 3 (HDAC3). Tra le combinazioni testate, tre sono risultate le più idonee a ripristinare una disbiosi preesistente in quanto agiscono inibendo moderatamente C. acnes e fortemente S. aureus senza inibire contemporaneamente la crescita di S. epidermidis. Le altre quattro combinazioni sono risultate le più idonee all’uso in prodotti topici per pelle e cuoio capelluto in cui è necessario preservare l’eubiosi del microbiota. Alcuni dei testati sono stati anche in grado di aumentare l’espressione di HDAC3. L’insieme di questi dati evidenzia il ruolo dei conservanti della dinamica della microflora cutanea residente e potrebbe fornire un riferimento per la corretta scelta dei conservanti e del dosaggio nelle formulazioni cosmetiche per preservare o ripristinare l’omeostasi del microbiota cutaneo.
Daniela Pinto, Tiziana Ciardiello, Matteo Franzoni, Francesca Pasini, Giammaria Giuliani, Fabio Rinaldi; 22 aprile 2021;11(1):8695. doi: 10.1038/s41598-021-88072-3