Regolatorio e controllo analitico completano la preparazione del cosmetologo
Con oltre 1000 pagine di trattazione, il Manuale del Cosmetologo rappresenta un unicum a livello italiano e internazionale per la completezza con cui viene trattata una materia complessa e multidisciplinare come la cosmetologia. La Terza Edizione, prossima ad andare in stampa, è un’opera che i due curatori Giovanni D’Agostinis ed Elio Mignini, chimici cosmetologi navigati, hanno rivoluzionato rispetto alle precedenti, con lo scopo di restituire al lettore un panorama di come stanno evolvendo i processi di innovazione nel mondo cosmetico, orientati sempre più a modelli di ingegnerizzazione simultanea in sostituzione dei modelli di sviluppo sequenziale. Oltre all’impostazione rinnovata, a capitoli completamente nuovi redatti a cura di nuovi autorevoli esperti del settore, anche le parti in comune con le precedenti edizioni sono state rimaneggiate e ampliate. Tra queste, anche la parte dedicata alla legislazione, che nella presente edizione si espande ai capisaldi di due importanti pilastri normativi del mondo chimico: i Regolamenti REACH (1907/2006) e CLP (1272/2008). L’autore del capitolo è Francesco Gregorini, da anni consulente in area sicurezza e qualità dei prodotti cosmetici e vicepresidente di Sicc, che per il Volume ha collaborato anche ai capitoli sul controllo qualità e sulle GMP, a cui chiediamo di esporre come ha affrontato questa parte.

Perché e con quali obiettivi REACH e CLP entrano nel Manuale del Cosmetologo?
Queste due legislazioni hanno un impatto nel lavoro quotidiano di chi sviluppa formulazioni e non solo. Nella trattazione di questi due Regolamenti, ho preso in esame le parti più rilevanti per il settore cosmetico con l’ottica di evidenziarne il significato. Considerando che il Manuale sarà utilizzato anche da neofiti, ho cercato di fornire elementi di lettura e di interpretazione della normativa. La parte introduttiva intende orientare il lettore rispetto ai capisaldi di queste leggi per quel che riguarda gli obiettivi e le definizioni. Il capitolo si sofferma poi sulla definizione di sostanza chimica e sulle diverse tipologie di sostanza individuate sia nel REACH sia nel CLP: è infatti un aspetto di grande rilevanza visto che si tratta di normative che proprio sulla definizione di sostanza chimica hanno il loro fondamento. Fornisco poi, raggruppati per capitoli, un quadro degli obblighi principali previsti da ciascuno dei due Regolamenti per gli attori della filiera cosmetica, con gli opportuni commenti per indirizzare la presa in carico degli opportuni adempimenti.
Anche chi si occupa delle valutazioni di sicurezza dei prodotti finiti deve aver presenti questi Regolamenti?
Certamente, come anche le figure del controllo qualità delle industrie cosmetiche. Infatti, sempre più si ha la necessità di conoscere dal punto di vista chimico la composizione delle sostanze che entrano nei prodotti. Più in generale, nell’ambito del controllo qualità e delle valutazioni di sicurezza, è importante effettuare determinati controlli analitici e chimici su materie prime e su prodotti finiti per confermare o verificare l’assenza di impurezze, ma anche per dimostrare il titolo degli attivi che determinano l’efficacia del prodotto. A tale scopo, nel capitolo sul controllo qualità abbiamo presentato le principali tecniche analitiche applicabili in funzione delle tipologie di prodotto e di controllo, sottolineando il ruolo del laboratorio chimico e analitico laddove nel settore cosmetico troppo spesso ci si ferma ai soli controlli di tipo fisico o microbiologico. Invece i controlli chimici e analitici sul prodotto finito e sulle materie prime sono fondamentali per molti aspetti della sicurezza. Costituiscono inoltre una parte irrinunciabile della gestione del rischio, e quindi della qualità, tanto che in altri settori sono la consuetudine e dovrebbero diventarlo anche nel settore cosmetico.
Conoscenze della normativa e delle metodologie di controllo devono integrarsi nel bagaglio di chi sviluppa le formulazioni…
Il cosmetologo si trova a trattare la formulazione non solo nella fase di ricerca e sviluppo: la legislazione è in continua evoluzione, emette restrizioni e limitazioni all’uso perché, grazie anche al REACH emergono sempre nuove conoscenze sulle proprietà e sui rischi di molte sostanze. La parte regolatoria va sempre monitorata, come anche gli elementi di laboratorio, che supportano le verifiche sul rispetto delle restrizioni nell’uso delle sostanze disciplinate. Inoltre, conoscere le metodiche in utilizzo per determinati controlli aiuta a meglio interpretare la documentazione rilasciata dai fornitori, oltre che essere necessario per sostenere i claim di efficacia con verifiche della concentrazione degli attivi: tutti aspetti cruciali in particolare per le sostanze d’importazione. Queste conoscenze sono irrinunciabili per il cosmetologo soprattutto in relazione alla richiesta di qualità e sicurezza da parte dei propri stakeholder e del mercato. Una qualità strettamente legata anche all’implementazione delle GMP cosmetiche, a cui il Manuale dedica un capitolo. Siamo un paese di produttori di cosmetici e le GMP hanno importanza non solo perché imposte dalla normativa, ma perché costituiscono un elemento fondamentale per tutta l’industria chimica al fine di garantire tracciabilità e qualità del prodotto.
Il MANUALE DEL COSMETOLOGO – III EDIZIONE, di oltre 1.000 pagine, è diventato in questi anni un autentico punto di riferimento nel settore, raccoglie i migliori esperti del settore, chiamati a redigere capitoli nuovi o a rinnovare, alla luce delle evoluzioni specifiche, gli argomenti di propria competenza.
Lo schema dell’opera è stato modificato in modo sostanziale e suddiviso in 5 sezioni principali con complessivi 20 capitoli.