Avere labbra volitive aiuta. Prima di tutto rinfranca il morale. Sfoggiare una bocca piena, tonica e soda serve a sentirsi più assertive, ad affrontare la vita con piglio decisionista, a concupire schiudendo le labbra in quella smorfia a «bocciola di rosa» un po’ blasé di cui le francesi sono maestre. Questo spiega perché negli anni addietro molte donne «sylicon oriented» hanno strafatto e si sono ritrovate con protuberanze oscene. Sognando di avere lo charme di Emmanuelle Béart, finivano per evocare Jessica Rabbit, alla quale peraltro potevano a buon titolo, rubare la battuta «non sono cattiva, è che mi hanno disegnata così». Sottointeso: male. La bocca caratterizza in maniera evidente ciascun individuo, la forma, la grandezza, il colore delle labbra sono caratteristiche uniche. Avere delle belle labbra è una questione di genetica, ma ovviamente entrano in gioco altri fattori, come l’alimentazione, effetti ambientali (vento, sole, fumo) e l’invecchiamento cutaneo cronologico.
C’è un altro problema: le labbra non fanno mai break. Quando parliamo, ridiamo, mangiamo, il ricco apparato muscolare dei 154 muscoli «pelliciai» di cui è coperto il viso, in particolare l’elevatore profondo che solleva il labbro superiore e l’orbicolare esterno (rende più curva la bocca), sono contratti al punto che la cute labiale sembra stropicciarsi. Così compaiono le prime rughe; Codice a barre, solco della marionetta, ruga del sorriso, sleeping crease. Massima fantasia per definire questi inevitabili segni del crono-aging. Quadro apocalittico. No! Esiste un «menù a la carte» con materie prime performanti che consentono correzioni repulp e lifting naturali. Quindi se non esistono effettivi problemi estetici che possono intaccare la psiche, riaccettiamo e rivalutiamo le bocche bio, nel senso di naturale.
In primo luogo bisogna partire dalla loro struttura anatomica. Distinte in superiore e inferiore (superius oris e inferius oris) le labbra sono due pieghe cutaneomucose che costituiscono la parte anteriore della parete esterna del vestibolo della bocca, delimitando la rima buccale. Si presentano come lamine che poggiano sulle arcate gengivodentali e sono formate da due superfici: una esterna (cutanea) e una interna (mucosa), un margine aderente, un margine libero (vermiglio o semimucosa delle labbra o parte rosea) in corrispondenza della quale le facce cutanee e mucose continuano l’una nell’altra. La mucosa interna e il vermiglio sono rivestiti da un epitelio di rivestimento che è molto simile all’epidermide, ma con uno strato molto più sottile costituito da cellule artocheratosiche con breve turnover (3 – 5 strati cellulari rispetto alla pelle del viso, che ha fino a 16 strati). Al di sotto dell’epitelio di rivestimento si trova la lamina propria (corrispondente al derma della cute), con prevalenza di fibre collagene alle quali sono frammiste fibre elastiche (poco numerose) e fibre reticolari. Al di sotto della lamina propria si trova la sottomucosa ricca di tessuto adiposo. Infine, al di sotto, troviamo il piano muscolare. In conclusione la lamina propria e la tela sottomucosa nell’insieme costituiscono una struttura molle, flessibile, scorrevole, con capacità sfinteriche. (fig. 1)
La pelle delle labbra non contiene melanociti (le cellule che producono il pigmento melanina, che da il colore alla cute). Per questo motivo i vasi sanguigni appaiono attraverso la pelle delle labbra, il che porta alla loro colorazione rossa notevole e soprattutto le labbra non hanno alcuna protezione naturale dal foto-danno. Le labbra non hanno ghiandole sudoripare; pertanto non producendo sebo, non hanno lo strato di protezione per mantenere la pelle liscia, inibire patogeni e regolare il calore e quindi si screpolano molto facilmente.
Attorno alle labbra possono formarsi diversi tipi di rughe (fig. 2):
– Le rughe verticali (rughe perilabiali): simpaticamente definite «codice a barre», sono tipiche di chi fuma molto, o sta sempre con le labbra corrucciate. Colpiscono con più frequenza il labbro superiore e la zona sovrastante fin sotto le narici, e hanno solitamente un contorno rossastro. -Le rughe o solchi labiali commisurali o labio-geniene: sono il difetto peribuccale definito anche «ruga della marionetta», che conferisce un aspetto triste e invecchiato e che va dai lati delle labbra, a volte giù al mento.
– Le rughe del sorriso o naso-geniene: si formano solitamente dove alcune persone hanno la fossetta, agli angoli della bocca.
– Contorni sfocati: il bordo e l’arco di Cupido, zone a cuore al centro del labbro superiore, perdono definizione. Colpa della mucosa che si assottiglia progressivamente. L’approccio anti-age agisce per: migliorare la forma, ripristinare il volume, preservare l’arco di Cupido, correggere il contorno, le pieghe naso-labiali e quelle della commisura.
di E. Biraghi, D. Quaggio, P. Abbà – cosmetologi