Le formulazioni cosmetiche contengono spesso materie prime di dimensioni nanometriche.
La possibilità di utilizzare i nanomateriali su larga scala, tuttavia, è fortemente dibattuta per i potenziali effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. In questo contesto si inserisce la melanina, una famiglia di pigmenti dalle caratteristiche uniche.
In natura esiste, infatti, già sotto forma di nanoparticelle nell’inchiostro di diversi animali (basti pensare alle seppie) e di nanoaggregati nella pelle e nei capelli umani. Queste nanostrutture svolgono ruoli importanti, in primis fotoprotezione e colorazione.
Le copie biomimetiche della melanina, ad esempio la polidopamina (PDA), si sono dimostrate quasi completamente identiche alle strutture naturali, al punto che i cheratinociti umani trattano le nanoparticelle (NP) di polidopamina (PDA) esattamente come melanina bioprodotta.
Lo studio
Il presente lavoro, pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, discute criticamente gli esempi più recenti relativi all’utilizzo della melanina naturale e biomimetica nel settore beauty, evidenziando requisiti e passaggi che migliorerebbero i cosmetici a base di melanina in vista di future e potenziali applicazioni quotidiane.
Nello specifico, lo studio si apre con la descrizione delle proprietà chimiche della melanina naturale e biomimetica e procede con una panoramica sui nanomateriali ammessi nei cosmetici secondo la normativa europea.
Prende poi in esame le applicazioni della melanina e delle sue copie biomimetiche in prodotti fotoprotettivi e per la colorazione dei capelli e termina con uno sguardo alle sfide future.
Le conclusioni
Il potenziale impiego della melanina e di materiali correlati nei cosmetici per la fotoprotezione e la colorazione dei capelli è sicuramente intrigante. La melanina è, infatti, già presente negli esseri viventi, dove svolge queste stesse funzioni.
Indagini recenti hanno dimostrato che la melanina, in particolare la polidopamina (PDA), può essere effettivamente utilizzata per tali scopi in vitro. La traduzione in applicazioni in vivo e nella vita reale richiede, però, ulteriori sviluppi.
L’effettiva azione fotoprotettiva della melanina sulla pelle di esseri umani viventi non è stata, dunque, ancora dimostrata.
L’impiego di tale ingrediente in prodotti cosmetici solleva possibili problemi di tossicità correlati alle dimensioni nanometriche, considerate un possibile pericolo dalle attuali normative, e all’eventuale presenza di molecole altamente bioattive come la dopamina.
Per quanto riguarda la colorazione dei capelli, la formazione diretta di melanina rappresenta una strategia ottimale, non troppo dissimile dagli approcci di colorazione esistenti.
Anche in questo caso, tuttavia, la presenza di una molecola costosa e altamente neuroattiva come la dopamina rende difficile ottenere l’approvazione formale e la commercializzazione di qualsiasi prodotto basato su tale strategia.
Menichetti A., Mordini D., Vicenzi S., Montalti M.; Melanin for Photoprotection and Hair Coloration in the Emerging Era of Nanocosmetics; International Journal of Molecular Sciences. 2024; 25(11):5862. https://doi.org/10.3390/ijms25115862