Profumi e cristallizzazioni

I profumi sono miscele più o meno complesse di materie prime liquide e solide, nonostante siano normalmente conosciuti come liquidi possono presentare al loro interno polveri di diversa natura in percentuali differenti che, adeguatamente solubilizzate, si disciolgono all’interno della miscela liquida dando vita ad un prodotto finito liquido e omogeneo.

In determinate condizioni di criticità, come basse temperature al di sotto dei 4°C o nel caso in cui la fase di miscelazione sia stata condotta non esclusivamente a temperatura ambiente ma abbia subito un aumento della temperatura atto a velocizzare la procedura di preparazione, possono avvenire fenomeni di cristallizzazione difficili da gestire in sede produttiva: una fragranza che presenta una cristallizzazione sul fondo si presenta ovviamente disomogenea e andarla a scaldare per ripristinarne le originarie condizioni è una procedura molto rischiosa dal momento che l’aumento delle temperature potrebbe comportare l’alterazione organolettica di alcune materie prime termolabili con conseguenze importanti per quanto riguarda il profilo olfattivo dell’intera composizione che ne risulterebbe drammaticamente compromessa.

Per ovviare alla problematica un’ottima strategia può essere quella di pre solubilizzare alcuni cristalli in un solvente per introdurli in miscelazione nella forma liquida qualora la percentuale della sostanza in formula lo consenta, alternativamente l’accortezza, che si utilizza soprattutto nel mondo del fine fragrance per i prodotti alcolici, è quella di porre il prodotto a 4°C per 48 h e procedere poi ad una filtrazione atta ad assicurare che ogni componente a rischio cristallizzazione rimanga ‘intrappolato’ all’interno dei filtri a cartuccia. Prodotti come mentolo, vanillina, canfora e borneolo se utilizzati nella formulazione di una fragranza al di spora di certi limiti possono dare origine a questo genere di problematica, che solo attraverso un’attenta valutazione preliminare della formula può essere evitata.