Shalimar: il ritorno di Guerlain

Uno dei profumi che ha fatto la storia dell’arte essenziera è senza dubbio Shalimar di Guerlain realizzanto nel 1925, uno dei primi in cui il famoso stilista sperimentò con successo la famosa guerlinade, il suo marchio di fabbrica per eccellenza: una base costituita da iris e vanillina, creata da Jacques Guerlain per un errore accidentale a partire da un flacone del profumo Jicky come vuole la leggenda.

Il 2019 ha visto il lancio di una sorta di flanker di questa intramontabile essenza, Shalimar Souffle d’Oranger, una fragranza femminile del gruppo orientale floreale che si apre magistralmente con una testa agrumata dove spicca un fresco mandarino, accompagnato da un elegante bergamotto con la sua carica di femminilità ed alcuni accenni di petit-grain con la sua dose di classe e i suoi delicati sentori verdi. Come si evince dal nome questo profumo è una vera esaltazione dei fiori d’arancio e a tal proposito il corpo della composizione presenta come attore principale il neroli, l’olio essenziale che si estrae dai fiori dell’albero dell’arancio: una nota di classe estrema a cui si abbina un pregiato gelsomino sambac, ricco e opulento con sentori animali in evidenza e in grado di stordire il consumatore e di richiamare quella moda ‘animale’ già presente nell’originale Shalimar. Nella base della fragranza trovano spazio le note suadenti della vaniglia accompagnata da un delicato legno di sandalo ad esaltare i tratti più dolci della profumazione in sinergia alle note fiori d’arancio, la cui massima espressione nel fondo della composizione è data dalla presenza dell’assoluta di fiori d’arancio.

Il flacone è originale, colorato ed estremamente ricercato in modo da sublimare al meglio in chiave moderna la tenera storia d’amore fra l’imperatore Shah Jahan e la sua amata principessa Mumtaz Mahal, un rapporto celebrato in note olfattive dal creatore di questa fragranza, lo stimato naso Thierry Wasser che ha saputo tramutare in arte essenziera un’antica e affascinante leggenda.