Verde, a un passo dal cielo

Tra tecnica e nuove opportunità il sistema del verde pensile si va evolvendo. Oggi i tetti verdi sono una grande opportunità per rendere più economici ed efficienti gli edifici produttivi e commerciali delle aziende cosmetiche e insieme migliorare l’ambiente urbano

I giardini pensili sono strutture che hanno affascinato da sempre l’umanità. Tuttavia, va detto che se nel nostro immaginario si tratta di soluzioni di forte impatto emotivo in realtà la loro nascita e il loro sviluppo furono fondati su studi estremamente tecnici e funzionali. Si narra, ad esempio, che i giardini pensili di Babilonia fossero in realtà un complessissimo sistema idraulico per mantenere un’oasi verde all’interno di un’area siccitosa. Anche in epoca medioevale il verde pensile ebbe una funzione utilitaristica: racchiuso nelle mura di monasteri e castelli veniva sfruttato come orto per garantirsi approvvigionamenti in caso di assedi. Solo nei primi del Novecento si arriverà però a dare ai tetti-giardino una giusta dimensione ecologica, quando il tema dell’integrazione tra natura e architettura assunse un’importanza via via crescente grazie al lavoro e alle teorie esposte dai grandi architetti del Razionalismo. Fu però negli anni Settanta che le coperture verdi iniziarono ad avere anche una dimensione urbana: una rinnovata attenzione verso l’ambiente, spinse paesi europei verso il recupero di aree degradate e densamente popolate. In particolare, fu la Germania la prima nazione ad introdurre leggi e a implementare nuove tecnologie per la riconversione dei tetti in superfici verdi. Altri paesi man mano seguirono la tendenza introducendo norme e agevolazioni; ad esempio in Italia, in anni recenti, è stato istituito il bonus verde che prevede detrazioni sulle spese per interventi a favore del verde; oggi è inoltre in vigore l’ecobonus, uno strumento finanziario più ampio che incentiva la riqualificazione energetica degli edifici e quindi anche le coperture verdi.
Ma vediamo con l’aiuto dell’esperto Ezio Orcese Lenzi, il titolare dell’azienda Giardini Italiani di Saronno specializzata in spazi verdi altamente tecnologici e innovativi, cosa significhi oggi tetto verde, quali tecniche possono venire applicate e a quali agevolazioni si può accedere per il rifacimento della copertura di un edificio.

Cos’è il verde pensile

Tecnicamente per verde pensile si intende una realizzazione a verde praticata su una soletta anziché su un terreno naturale, indipendentemente dal fatto che si tratti di un tetto piuttosto che una copertura a quota zero, come ad esempio quella di un box. Inoltre, l’istallazione del tetto giardino può avvenire sia su strutture nuove sia su coperture esistenti. Nel primo caso, lo spessore dei solai deve essere realizzato tenendo conto delle condizioni di sovraccarico dovuto all’interramento e al posizionamento degli scarichi. Nel secondo caso, invece, è possibile rafforzare la struttura portante e adeguare la rete idrica in base alla tipologia di giardino che si intende realizzare. È questa un’interessante opportunità per molte aziende cosmetiche, le cui sedi hanno spesso grandi superfici di tetti piani facilmente trasformabili: con semplici interventi di grande impatto visivo si possono così migliorare i consumi energetici e aumentare al contempo il valore percepito dei propri spazi.
Dal punto di vista tipologico sinteticamente il verde pensile si può classificare in due gruppi principali che si differenziano tra loro per spessore, utilizzo, tipologie di piante presenti e manutenzione.
Il primo sistema è denominato estensivo e prevede la realizzazione di coperture a basso spessore, da 8 cm a 15 cm, e modesto peso, da 70 kg a 150 kg/mq. Non è costruito per essere accessibile, le essenze che si usano per tali coperture sono di piccole dimensioni, come ad esempio i miscugli di varietà di Sedum, e di erbacee perenni: molto rustiche, devono avere un veloce radicamento, resistere alla siccità, al gelo e avere una buona capacità di autorigenerazione.  Questi sistemi, con gli opportuni accorgimenti, possono essere utilizzati anche su falde inclinate. Per avere un tetto verde estensivo autosufficiente, che quindi non necessiti di manutenzione, sono necessari all’incirca uno o due anni dall’impianto e messa a dimora delle piante.
Rispetto al verde pensile estensivo, il sistema intensivo permette di creare veri e propri giardini su soletta, con tappeti erbosi e con la messa a dimora di erbacee perenni, arbusti, alberi e anche orti produttivi. In questo caso gli spessori sono certamente maggiori, dai 20 cm in su, così come anche i pesi, dai 250kg/mq. Altre differenze con i sistemi estensivi sono la necessità di un impianto di irrigazione e una manutenzione programmata.
Entrambi i sistemi danno il vantaggio di rendere sfruttabili ed esteticamente apprezzabili coperture, che altrimenti sarebbero dimenticate e mal inserite nel contesto paesaggistico, aggiungendo complessivamente un valore estetico e funzionale (e quindi anche commerciale, calcolato intorno al 20%) all’edificio.

I vantaggi di un tetto verde

Ma perché un’azienda cosmetica dovrebbe investire in un green roof? Quali sono i benefici sia ambientali sia economici nell’usufruire di questa soluzione edilizia?
I vantaggi ambientali derivanti dall’installazione di un tetto verde, specie se in ambito urbano, si ritrovano in primis nel favorire il ripristino del naturale ciclo ecologico: attraverso la giusta quantità di substrato e la varietà di essenze vegetali si creano corridoi ecologici che danno impulso alla biodiversità. E poi grazie ai processi vegetali vengono assorbite le sostanze nocive e abbassati i livelli di CO2 nell’aria. Nei mesi caldi si contribuisce all’abbattimento dell’isola di calore circostante gli edifici: si calcola che la differenza termica (e quindi la dispersione nell’area) tra un lastrico solare, o peggio una copertura in guaina bituminosa, rispetto a un giardino pensile sia di ben 50°C. Va da sé che se un intero quartiere avesse coperture verdi ne beneficerebbe tutto il tessuto urbano circostante. E ancora, attraverso il verde il deflusso delle acque meteoriche viene rallentato e ridotto alleggerendo così il sistema fognario: si ripristina infatti il naturale ciclo della pioggia che sarà per buona parte trattenuta e rilasciata, dal verde all’atmosfera, per evapotraspirazione.
Inoltre, attraverso l’introduzione di un green roof si contribuisce ad ottimizzare le prestazioni dell’edificio, a vantaggio della vivibilità e della economicità di termoregolazione. Attraverso la posa tecnica di diversi materiali viene migliorato l’isolamento termico della struttura, il che consente un risparmio energetico superiore al 10% grazie alla riduzione del consumo degli impianti di raffrescamento nel periodo estivo e di riscaldamento durante quello invernale. La conformazione dei sistemi a verde pensile attutisce i rumori ambientali esterni all’interno dei manufatti rendendo così obsoleto il ricorso ad altri sistemi artificiali per la riduzione del rumore, perlopiù materiali plastici e schiume fonoassorbenti: un significativo risparmio economico ed ambientale. Infine, la stratificazione tecnica di un green roof permette la salvaguardia dei manti impermeabili di copertura allungando esponenzialmente la durata e la funzionalità. Da non dimenticare in ultimo il valore collettivo e l’immagine aziendale, infatti sfruttare all’interno di un’azienda cosmetica ogni spazio non produttivo per creare verde, che sia un tetto, un giardino o un orto condiviso, porta a ulteriori vantaggi in termini di salute, benessere e di socializzazione dei dipendenti con conseguenti ricadute positive sulla percezione dell’azienda.

Norme e finanziamenti

In Italia, per la realizzazione di verde pensile, la normativa di riferimento è la UNI 11235, che definisce i criteri di progettazione, esecuzione e manutenzione di coperture continue a verde, in base alle particolari situazioni di contesto climatico, edilizio e destinazione di utilizzo.
Circa invece le agevolazioni oggi in vigore ecco quelle a cui si può fare riferimento: la prima è sicuramente il Bonus Verde 2021 che prevede incentivi con detrazione di 1.800 euro sulle spese ammissibili; la seconda è l’Ecobonus 2021 ossia la possibilità di usufruire di una detrazione fiscale, del 50% o del 65%, seconda degli interventi di riqualificazione energetica effettuati, tra cui si cita “l’isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali (coperture, pavimenti) e inclinate, delimitanti il volume riscaldato, verso l’esterno, verso vani non riscaldati o terreno che interessano l’involucro dell’edificio”. Gli stessi interventi, aventi diritto alle detrazioni previste per l’Ecobonus, possono accedere al Superbonus 110%. Tuttavia, in un edificio il solo intervento di realizzazione di verde pensile non dà diritto all’incentivo ma deve essere eseguito congiuntamente ad altri interventi detti trainanti (indicati nel Decreto Rilancio sono ad esempio il cappotto termico, la caldaia a pompa di calore ecc.) volti a portare, nel loro complesso, al miglioramento di due classi energetiche il fabbricato, da dimostrare con certificazione energetica APE. Proprio in questi giorni è aperto il dibattito sulle estensioni per il 2022 dei diversi bonus. Un buon punto di partenza per approfondire l’argomento è comunque rivolgersi all’Associazione Italiana Verde Pensile (AIVEP) che da 1997 riunisce i professionisti che operano nel settore con la mission di guidare, divulgare e promuovere la cultura e la ricerca del verde pensile.

A MILANO, IL PROGETTO CLEVER CITIES

È attualmente in corso un interessante progetto europeo che riguarda le soluzioni verdi innovative, inclusi i green roof. Si tratta di Clever Cities, progetto finanziato dal programma di ricerca Horizon 2020 (Demonstrating innovative nature-based solutions in cities) della durata di 5 anni (dal 2018 al 2023). L’obiettivo è promuovere e sperimentare infrastrutture verdi e soluzioni naturalistiche innovative, anche in Italia, più precisamente a Milano. Il capoluogo lombardo, con Londra e Amburgo, rientra tra le città capofila del progetto.

QUESTIONE DI STRATI

In un tetto verde, la stratigrafia, cioè la sovrapposizione di vari strati, ciascuno con una funzione e posizione ben precisa, prevede alcuni elementi indispensabili.


Barriera al vapore (Water proofing): è uno strato impermeabile al vapore acqueo che, soprattutto nelle stagioni fredde, tende a migrare verso l’esterno per la differenza di temperatura con l’interno riscaldato. Se non correttamente bloccato, tale vapore potrebbe condensare e penetrare all’interno della membrana isolante, danneggiandone le caratteristiche fisiche e meccaniche.

Membrana isolante (Protection layer): questo strato isola l’edificio dall’esterno e riduce la presenza di ponti termici. La membrana può essere costituita da elementi naturali adeguatamente trattati come lana di roccia o da altri isolanti di natura artificiale.

Manto impermeabile a tenuta antiradice (Protection layer): è uno strato bituminoso impermeabile trattato per resistere anche alle radici e all’aggressione chimica di acidi umici e di fertilizzanti.

Strato drenante (Drainage layer): questo strato permette un rapido deflusso dell’acqua ed evita il formarsi di ristagni dannosi per la vegetazione garantendo così un costante grado di umidità del terreno sovrastante.

Strato filtrante (Filter sheet): è uno strato filtrante e drenante di tessuto non tessuto. Trattiene il terriccio che potrebbe otturare i vuoti dello strato drenate, ma al contempo permette il deflusso dell’acqua piovana.

Terreno di coltura (Growing medium): è la terra nella quale vegetano le piante. Deve essere leggera e ricca di sostanze organiche; per questo motivo viene preliminarmente arricchita con humus, sostanze silicee e calcaree e viene inoltre strutturata con l’aggiunta di materiali di alleggerimento quali pomice, argilla espansa e fibre vegetali.

BIBLIOGRAFIA
-Vietti Edoardo, Vietti Marco,Tetti verdi e giardini pensili. Manuale per migliorare l’ambiente urbano e il microclima, ottenere risparmio energetico e diminuire l’inquinamento, Flaccovio -Dario, Palermo, 2018.
-Abram Paolo, Salchegger Helga, Progettazione e manutenzione del verde pensile. Tra tecnica e natura, Legislazione Tecnica, Roma, 2017.
AA.VV. Giardini pensili-Roof garden. Ediz. italiana, francese, inglese, Logos, Modena, 2005.

 

di Nicoletta Toffano