Per la nona edizione dell’evento di Kosmetica, la riflessione dei relatori e dei tecnici e imprenditori cosmetici convenuti si focalizza sul tema Essenziale. «Un tema di riferimento per questa fase storica caratterizzata da sfide epocali che richiedono di ripensare tutto il modello economico in chiave di miglioramento del valore riducendo il consumo di risorse, di energia e l’impronta ambientale», afferma l’ideatore e organizzatore dell’iniziativa e direttore scientifico di Kosmetica, Giovanni D’Agostinis.

Molte sono le accezioni di essenzialità applicate al cosmetico, tutte importanti per il consumatore: necessario, perché risponde a bisogni concreti; sostanziale, con cui si esprime l’interesse verso gli aspetti tecnici del prodotto, come suggerisce Cecilia Elena Schena di Kiko Milano. E, rileva Lisa Guerreschi di Sodalis Group, «i consumatori chiedono una lista INCI breve, a base di ingredienti naturali e da upcycling. Sono le nuove generazioni che guidano questi trend, per un contributo attivo alle battaglie per il pianeta».

Innovazione sostenibile

Per fatturato, export e mercato «l’industria cosmetica e la sua filiera giocano un ruolo essenziale per il Paese, come eccellenza del Made in Italy – rimarca Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia, rivendicando la propensione alla ricerca e innovazione –. Un tratto che oggi più che mai è correlato al tema strategico della sostenibilità».

Essenzialità e sostenibilità non possono prescindere da ricerca e design accurato delle formule, aspetti a cui si dedica il gruppo di Stefano Manfredini, direttore del Cosmast dell’Università di Ferrara, che evidenzia due aree critiche in cui investire: «Trovare sostituti agli ingredienti controversi e supportare il comparto essenziale delle fragranze». In questo ambito, «l’attenzione va all’innovazione, al fine di creare fragranze olfattivamente performanti ma rispettose dell’ambiente – sottolinea Elena Galiano di IFF –. Soluzioni biotech, approvvigionamento responsabile degli ingredienti naturali, ingredienti upcycled sono solo alcune delle sfide».

Tutta la filiera dovrà dare un contributo, esplorando nuove frontiere, anche per produrre materie prime attraverso forme di agricoltura efficiente e green, come la vertical farm della collaborazione fra Shiseido e Tower Farm nella case history che racconta Maria Grazia Perrotti.

Packaging da alleggerire

Non si può trattare di essenzialità senza rivolgersi al problema delle confezioni, da ridurre in tutti i loro aspetti, e in particolare nel limitare il ricorso a sostanze di origine fossile come la plastica da petrolchimico. Oggi le soluzioni sono molteplici e, raccomanda Paola Fabbri dell’Università di Bologna, «da applicare tutte, dalle plastiche provenienti da fonte biologica rinnovabile (bioplastiche) a quelle da riciclo, in funzione delle esigenze di ciascun prodotto e gestione del fine vita. La circolarità del settore plastico ha un enorme potenziale, per benefici economici, ambientali e sociali, inclusa la creazione di nuovi lavori e professioni».

I grandi player del mercato stanno facendo da apripista per cambiare approccio. Per esempio, Unilever sta lavorando sul proprio portafoglio dentifrici, riferisce Ugo De Giovanni, per sviluppare tubi HDPE monomateriale, quindi senza alluminio, e con spessore ridotto. E L’Oréal, nell’ambito del proprio programma di sviluppo sostenibile, si impegna entro il 2030 per un packaging tracciabile e da fonti sostenibili, con il 100% della plastica da fonti riciclate o bio-based, spiega Simone Targetti Ferri.

Intelligenza artificiale in cosmetica?

Per Giulio Deangeli, ricercatore presso l’Università di Cambridge nel Computer Lab e nello Spillantini Lab, la risposta è sì. In area marketing generalista, le applicazioni NLP (natural language processing) potrebbero essere immediate. Con qualche investimento, i processi generativi potrebbero trovare impiego per accelerare il passaggio dal laboratorio alla pipeline per molecole e prodotto finito e il machine learning tradizionale per la formulazione.

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