Un nuovo report pubblicato dalla Korea Biomedical Review avvisa le aziende nazionali del settore bio a preparare il protocollo di Nagoya, entrato in vigore in Corea il 17 agosto 2017.
Il protocollo di Nagoya sull’accesso alle risorse genetiche e la ripartizione equa dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione (ABS) alla convenzione sulla diversità biologica è un accordo complementare alla Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD). Fornisce un quadro giuridico trasparente per l’efficace attuazione di uno dei tre obiettivi della CBD: la ripartizione equa e giusta delle prestazioni derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche.
Considerando che la Corea del Sud è una piattaforma importante per l’introduzione di prodotti cosmetici nuovi, l’industria del settore si è riunita per confrontarsi. Secondo il report, il mercato Coreano è fortemente dipendente dalle risorse in materie prime provenienti dall’estero. In relazione a ciò, il Korea Institute of Intellectual Property (KIIP) ha sottolineato che gli utilizzatori delle risorse biologiche e genetiche saranno fortemente incoraggiati a rispettare il protocollo di Nagoya per proteggere tali risorse. Il protocollo di Nagoya è un diritto internazionale che si applica all’uso di risorse genetiche provenienti da piante, animali, microbi o altre fonti che contengono unità funzionali di ereditarietà, esclusi gli esseri umani.
Lo scopo della legge è quello di creare maggiore sicurezza giuridica e trasparenza per i fornitori e gli utilizzatori delle risorse genetiche. Alcuni esponenti dell’industria coreana sulla cura della persona temono che il protocollo potrebbe sollevare questioni di riservatezza e pongono sfide all’organizzazione e alla tracciabilità della catena di approvvigionamento dei materiali. Inoltre, le implicazioni del protocollo non riguardano solo gli ingredienti e gli estratti naturali, ma anche le risorse genetiche utilizzate per testare i prodotti.
di G.Chiricosta
