Dalle novità del MoCRA alla direttiva Green Claims passando per le sfumature della definizione di microplastiche: di questo e non solo si è parlato alla Conversazione cosmetica “Ripensando il regolamento cosmetico” organizzata da Sicc (Società di chimica e scienze cosmetologiche) il 14 dicembre a Milano.

Il seminario, moderato dal senior regulatory safety assessment specialist regulatory affairs Sicc Giulio Pirotta, si è aperto con la testimonianza di Adriana Colongo, direttrice scientifica e regolamentare di L’Oréal Italia.

MoCRA e ripercussioni sull’industria cosmetica

Colongo, che per la multinazionale parigina ha lavorato diversi anni negli Stati Uniti, ha sottolineato l’importanza del Modernization of Cosmetic Regulation Act, convertito in legge dal presidente Usa Joe Biden il 29 dicembre 2022 e pronto ad entrare in vigore il 29 dicembre di quest’anno.

Come ricordato da Colongo, il MoCRA è la maggiore modifica della normativa cosmetica statunitense dal 1938. Con l’obiettivo di garantire ai consumatori una maggiore sicurezza nell’utilizzo dei prodotti per la cura personale, il MoCRA amplia l’ambito di autorità esecutiva dell’Food and Drug Administration.

Tra le novità, introduce l’obbligo, per le aziende cosmetiche, di indicare una persona responsabile che avrà l’obbligo di segnalare alla FDA eventuali eventi avversi gravi legati all’utilizzo di prodotti cosmetici entro 15 giorni. La segnalazione di eventi avversi potrà essere fatta dagli stessi consumatori grazie all’obbligo in etichetta, sempre previsto dal MoCRA, delle informazioni di contatto e del sito web a cui fare la segnalazione. La stessa FDA, in caso di eventi avversi gravi, potrà stabilire il ritiro dal mercato di un cosmetico.

Un’altra novità è l’obbligo, per ogni stabilimento cosmetico di prodotti distribuiti negli Usa (anche se prodotti all’estero), di registrarsi presso la FDA. Sempre l’Agenzia americana manterrà un elenco aggiornato dei cosmetici commercializzati che comprenderà anche gli ingredienti.

Tutte novità importanti che però, come sottolineato da Colongo, «non dovrebbero generare problemi alle aziende europee», dal momento che le normative del vecchio continente sono già molto restrittive. Anche per quanto riguarda gli ingredienti vietati, ha aggiunto Pirotta, «la lista è meno vasta di quella europea».

Green Claims

Il consumatore è al centro anche della cosiddetta Diretta europea sui Green Claims, ovvero la Direttiva sull’attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali esplicite, messa a punto con l’obiettivo, come scritto nello stesso testo della direttiva, di «garantire che (i consumatori, ndr) siano tutelati e responsabilizzarli affinché contribuiscano attivamente alla transizione verde». «L’Europa ha messo a punto questa direttiva dopo aver fatto un  indagine da cui è emerso che il 53% dei claim di sostenibilità sono vaghi, cosa che non aiuta il consumatore nella scelta», ha sottolineato Paolo Goi, global innovation research & quality director di Davines SpA, ricordando che la direttiva si inserisce nel quadro normativo volto a contrastare la concorrenza sleale e il greenwashing. 

Da qui, le indicazioni relative a come dovrebbero essere le asserzioni: supportate da evidenze scientifiche; significative rispetto all’intero ciclo di vita; che tengano conto di tutti gli aspetti ambientali, e non solo di quelli relativi all’asserzione; che non riguardino aspetti o peculiarità che devono essere soddisfatte per legge. Goi ha poi ricordato l’importanza di distinguere tra compensazioni e riduzioni di emissioni. Perché una cosa è l’impatto ambientale, un’altra una eventuale compensazione di tale impatto.

Microplastiche e cosmetici

Il tema della sostenibilità ambientale è anche al centro del Regolamento (UE) 2023/2055 che modifica l’allegato XVII del REACH, il regolamento (CE) n. 1907/2006 sula registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche, per quanto riguarda le microparticelle di polimeri sintetici.

Come ha ricordato Roberto Gorni, responsabile dell’area tecnico-normativa di Cosmetica Italia, il provvedimento prevede il divieto di immissione sul mercato di prodotti contenenti microparticelle polimeriche sintetiche insolubili in acqua.

Rilevante, qui, la differenza tra prodotti rinse-off e leave-on. Per i cosmetici da risciacquo contenenti microsfere, il divieto è in vigore dal 17 ottobre 2023. Per gli altri prodotti rinse-off contenenti microparticelle polimeriche sintetiche il divieto scatterà il 17 ottobre del 2027.

Riguardo ai prodotti leave-on, in particolare per il make-up, il divieto scatterà il 127 ottobre del 2035, ma dal 17 ottobre del 2031 questi prodotti dovranno avere in etichetta la dicitura: “Questo prodotto contiene microplastiche”. Per tutti gli altri prodotti leave-on contenenti microparticelle polimeriche sintetiche, la proibizione scatterà il 17 ottobre 2029.

Comunicazione e sostanza

Tra sostenibilità e comunicazione corretta si è inserito l’intervento di Gaia Brenna, technical and regulatory coordinator di Active Concept, che ha citato, come già Gorni, il Regolamento 655 che stabilisce criteri comuni per la giustificazione delle dichiarazioni utilizzate in relazione ai prodotti cosmetici. 

«Non stiamo parlando di claim substantiation, ma di creare l’approccio alla funzionalità del prodotto all’interno della narrazione del prodotto stesso – ha chiosato Gorni – . Siamo in una fase che non è quella tecnica della dimostrazione dell’efficacia che vogliamo vantare sulla confezione, ma quella della creazione della confezione giusta per il prodotto, affinché poi i claim avranno il loro motivo d’essere e la loro dimostrazione nella documentazione di chi venderà quel prodotto».