Cosmetici bio e retail

Fotolia_12893295_MMentre nei punti vendita dedicati al biologico i prodotti per la cura della persona costituiscono il 5,7% delle vendite italiane in questi negozi nel 2012, secondo la Retail Survey dell’Osservatorio Sana-Nomisma 2013, il cosmetico biologico fatica ad arrivare all’attenzione del consumatore in canali meno specializzati. Infatti, il 44% dei consumatori non ha mai visto i cosmetici certificati, sempre secondo Nomisma, il 26% dichiara di conoscerli ma non li ha acquistati e il solo 5% li conosce e li ha acquistati almeno una volta. La propensione all’acquisto del cosmetico bio è maggiore fra che ha un diploma di scuola superiore o è laureato, fra le coppie senza figli e fra chi già acquista alimenti bio.
«In Italia, i distributori specializzati ci sono, tuttavia i prodotti ancora sono poco diffusi nei diversi canali per farsi notare dai consumatori -osserva Fabrizio Piva, Amministratore Unico di CCPB. –La loro presenza è legata ai canali specializzati per gli alimenti bio più che alla distribuzione cosmetica. In alcuni paesi europei, invece, la presenza è più capillare sia nei canali convenzionali sia nei negozi specializzati».
Inoltre, la grande distribuzione non ha ancora fatto nel campo della cosmesi una scelta decisa, sottolinea Piva «infatti, è frequente trovare nellaq GDO i cosmetici certificati biologici o naturali a fianco di prodotti senza garanzie. È evidente che la mancanza di un riferimento legislativo per questo specifico comparto influisce negativamente anche sull’aspetto distributivo».

Fabrizio Piva.
Fabrizio Piva.

La distribuzione dei cosmetici è piuttosto sfaccettata in Italia, con diversi canali di riferimento per merceologie e fasce di prezzo. «Credo che sia importante creare un interesse trasversale, che investa tutti i canali. In questa fase vedo un ruolo preminente per le superfici specializzate di beni per la cura della persona e della casa e per canali a indirizzo più salutistico come le parafarmacie e le erboristerie.Una maggiore presenza in questi spazi creerebbe una più decisa visibilità di questi prodotti e una conseguente maggiore conoscenza dei consumatori e induzione all’acquisto. Attualmente i cosmetici bio sono poco acquistati anche dai cittadini più orientati all’acquisto etico proprio a causa della loro difficile reperibilità e questo li confina a una nicchia di mercato. Questi prodotti sono penalizzati da una distribuzione poco omogenea e anche da una comunicazione poco sistematica, limiti che impediscono di raggiungere ampi segmenti di consumatori, da qui il ruolo della grande distribuzione che, al contrario, potrebbe contribuire a farli incontrare al grande pubblico».

di E.Perani