Lo scorso 10-11 giugno si è svolto a Bruxelles il Congresso annuale di Cosmetics Europe, l’associazione europea delle industrie cosmetiche. Difficile definirla semplicemente europea, perché tra i quasi 500 partecipanti, spiccavano rappresentanti di tutte le maggiori compagnie e associazioni internazionali, provenienti oltre che da Stati Uniti e Giappone, da sud America, Cina, Russia ecc. Un ritrovo, dunque, per fare il punto della situazione del settore cosmetico a livello globale. Si tratta di un settore dell’economia ancora molto solido, nonostante la crisi degli ultimi anni che è stata particolarmente pesante in Occidente. In tutta l’Unione Europea il fatturato è stazionario, con un aumento delle esportazioni e ciò può essere sicuramente considerato un successo di questi tempi. Dal marzo del 2013, è in vigore il bando sulla possibilità di testare qualunque ingrediente cosmetico su animali vertebrati vivi e chiaramente questo argomento è stato al centro di vivaci discussioni, anche se obiettivamente non sembra che questa limitazione abbia rovinato il settore, come paventato in passato. Il bando è attivo senza eccezioni e c’è la volontà di essere rigorosi nell’applicarlo. Se un test in vivo viene fatto per scopi diversi da quello cosmetico, per esempio in ambito farmaceutico, il risultato può essere utilizzato per la valutazione tossicologica. Non può essere usato, invece, quando è prodotto con lo scopo di commercializzare un cosmetico in un paese dove i test sono obbligatori per legge. È doveroso aggiungere che se un azienda commissiona test su animali, per qualunque motivo, deve rinunciare al claim di azienda cruelty free (www.gocrueltyfree.org). L’aspetto scientifico sulla valutazione dei rischi degli ingredienti cosmetici non può essere avulsa dalla comunicazione con i consumatori. Questo ha due aspetti in contrapposizione: la necessità di gestire notizie prive di fondamento, ma al tempo stesso il dovere delle Industrie di proporre prodotti di qualità a un pubblico che è sempre più consapevole e informato. Da qui la necessità di utilizzare mezzi di comunicazioni appropriati, che aumentino la cultura dei consumatori e che possano far tacere chi diffonde notizie false. Per questo i cosmetologi devono interfacciarsi anche con specialisti della comunicazione e soprattutto lavorare per dare risposte precise e puntuali ai consumatori.
di C. Rovida