Ecoedifici, per tutelare ambiente e salute

MAI COME ORA SI È RESO INDISPENSABILE RIPENSARE IN CHIAVE SOSTENIBILE, NON SOLO I COSMETICI MA ANCHE I LUOGHI DOVE ESSI VENGONO CONCEPITI E REALIZZATI. LUOGHI DI LAVORO E DI PRODUZIONE POSSONO ESSERE PROGETTATI O RISTRUTTURATI PER TUTELARE AMBIENTE E SALUTE

Una visione più globale del comparto cosmetico, richiede che non solo i cosmetici ma anche l’ambiente dove sono pensati e realizzati siano maggiormente green. Uffici, laboratori, ma anche capannoni industriali, tutti questi edifici possono essere costruiti o modificati in chiave “bio”, abbattendo complessivamente l’impatto non solo della costruzione in sé per sé ma di tutta una filiera.

Un habitat lavorativo “sano” e “eco”

Ad una richiesta di sostenibilità legata al rispetto dell’ambiente si è aggiunta una necessità contingente di rivedere l’habitat lavorativo. In questo periodo storico, dove i movimenti negli spazi esterni sono diventati più difficili, gli interni, qualsiasi sia la loro funzione e loro progettazione sono diventati sempre più importanti, poiché il loro peso nel garantire il benessere e la salute è ormai diventata una esigenza importante per tutti. Il futuro dell’edilizia, quindi, ha due facce creare spazi confortevoli e salubri, ma anche ecocompatibili, rispettosi dell’ambiente e dell’uomo.

L’idea di rivedere gli ambienti abitativi, lavorativi e produttivi in chiave sostenibile è il principio cardine della bioedilizia, un approccio integrato in cui tutti gli elementi che compongono un edificio concorrono a creare un luogo confortevole e rispettoso dell’ambiente.

L’impatto ambientale dell’edilizia

Se lavorare in un ambiente sano è l’esigenza di ognuno di noi, non a tutti è chiaro quale sia l’impatto ambientale del settore edilizio e quindi degli ambienti dove si lavora e si produce. Quando si pensa a consumo della CO2, allo sfruttamento di risorse al consumo di acqua ed energia, la mente corre subito alle attività produttive vere e proprie in realtà l’impatto del settore edilizio, sull’ambiente è importante. Da i numeri emerge edifici sono responsabili circa del 40% dei consumi energetici e del 36% di tutte le emissioni di CO2 nell’UE. Non solo l’edilizia anche dal punto di vista del consumo delle materie prime e alla generazione di rifiuti ha un impatto elevato in termini ambientali. Dei dati a disposizione sull’impatto ambientale gli edifici non residenziali, quindi uffici, laboratori, capannoni industriali o di stoccaggio, contribuiscono per almeno un terzo a questi valori. Questi numeri hanno però un notevole margine di miglioramento, applicando appunto strategie di edilizia sostenibili sia su larga scala sia sulle singole realtà.

I principi della bioedilizia

Il concetto di bioedilizia si sviluppa intorno agli anni ‘80 e si evolve con l’evolversi delle tecnologie e grazie a numerosi esperimenti di successo condotti negli anni recenti. I principi della biodeilizia concepiscono l’edificio nella sua forma sostenibile in tutto il suo ciclo di vita dalla nascita al end-life. La bioedilizia richiede una progettazione attenta alle caratteristiche del sito in cui si trova l’edificio con lo scopo di minimizzare l’utilizzo di fonti di energia esterne durante il ciclo di vita (gli impianti). La realizzazione di un involucro molto performante (isolamento di pareti e solai) con il medesimo scopo di minimizzare l’utilizzo di fonti di energia esterne; L’utilizzo di materiali naturali, realizzati possibilmente nei pressi del luogo in cui si trova l’immobile, per minimizzare l’inquinamento per il trasporto, oltre che per la produzione; L’utilizzo di impianti a basso consumo energetico, integrati e con l’immobile e l’utilizzo di energie rinnovabili. Una pianificazione del ciclo di vita dell’intero edificio compresa la fase di demolizione e smaltimento.

Spettacolari esempi di bioedilizia

Nel corso degli anni di sperimentazioni si è arrivati a veri e proprie realizzazioni su larga scala di questa tipologia di edilizia, con esempi virtuosi delle applicazioni di questi principi. Un esempio di bioedilizia spettacolare è sicuramente il Baharain Word trade Center Golfo Persico, alto 240 metri e insignito del premio LEAF per il miglior uso della tecnologia. L’edificio, realizzato dalla Atkins Company (multinazionale d’ingegneria) è caratterizzato da 3 grandi turbine eoliche, inserite direttamente all’interno della struttura. Le turbine soddisfano circa il 13% del fabbisogno energetico dello stesso edificio.

Un esempio di revisione in chiave sostenibile di ambienti, basato su materiali ecologici e risparmio energetico è il Robert Redford Bulding in California. Grandi finestre e una serie di pozzetti di luce interna fanno si che la luce del giorno penetri in profondità nell’edificio, mentre i pannelli fotovoltaici producono circa il 20% dell’energia dell’edificio. Tra i materiali da costruzione in bioedilizia utilizzati: materiali rinnovabili come il bambù, legno di pioppo pioppo, pareti divisorie realizzate con bottiglie d’acqua riciclate e moquette in nylon riciclato. Di questi la metà dei materiali in bioedilizia sono stati raccolti localmente e oltre il 90% è riciclato o riciclabile.

Un passo alla volta

Questi sono esempi di eccellenza, ma in pratica tuttavia non è semplice progettare e costruire ambienti lavorativi che siano amministrativi, laboratoriali o di produzione in base a tutti i dettami della bioedilizia oppure raggiungere standard di eccellenza come quelli presentati. Nella maggior parte dei casi nel settore cosmetico siamo di fronte a spazi di amministrativi e di produzione già esistenti, dove è possibile rivedere alcuni elementi degli spazi occupati proprio in versione bio, per esempio attraverso ristrutturazioni ad hoc. Su quali elementi intervenire? Sicuramente una migliore coibentazione degli ambienti permette grandi risparmi energetici, ma anche un restyling dell’illuminazione oppure l’impiego di materiali bio per le realizzazioni di interni e supporti.

Ambiente e materiali

I materiali naturali possono essere impiegati sia per ristrutturare gli interni, pareti, pavimenti sia per il mobilio: si parla, dunque, di legno vetro e pietra sapientemente mescolati per creare degli ambienti luminosi caldi accoglienti. Al di là dell’aspetto estetico di un ambiente lavorativo, i biomateriali vengono impiegati nell’edilizia per isolare l’ambiente sia dal punto di vista energetico sia dal punto di vista del comfort, ovvero rumori e umidità.

Quali caratteristiche devono avere questi materiali? In primo luogo, risparmio energetico e ritenzione di calore; fondamentale che non contengano sostanze pericolose nella composizione che possono comportare rilasci di natura chimica, per esempio gas, composti organici volatili VOC. Inoltre, durante il ciclo di vita devono avere una bassa emissività ed inquinamento ambientale, facilità di riciclabilità e derivati da materie prime facilmente disponibili.

A questi requisiti chiaramente rispondono tutte le fibre derivate del legno, ma anche materiali del tutto inusuali come la fibra di bambo o di canapa che possiedono notevoli qualità isolati e di regolazione ambientale. Ottimi isolanti sono l’argilla espansa che è un materiale naturale inalterabile nel tempo, anche con temperature e umidità estreme, oltre ad essere incombustibile inattaccabile da parassiti. Altri materiali isolanti naturali adatti a ristrutturazioni isolanti sono la vermiculite e il silicato di calcio una sabbia quarzosa, frequentemente utilizzato per il risanamento di muri umidi a causa della condensa e l’eliminazione di muffe, oltre che per l’isolamento termoacustico sottopavimento a contatto con l’esterno. Un materiale che assicura un clima degli ambienti confortevole per via della regolazione attiva dell’umidità dell’aria.

Light designer per illuminare sostenibile

Quando si progetta un ambiente di lavoro è molto importante tener presente come è distribuita la luce negli spazi, non solo per una questione di comfort ma anche per ragioni di risparmio energetico. La tecnologia ci viene in aiuto e sul fronte dell’illuminazione ad oggi quella vincente è dei Led, che promettono consumi molto bassi. Per questa ragione si stanno affermando sempre più dimensioni, potenza luminosa, modulazione delle tonalità di luce e bassi consumi come alcune delle caratteristiche che renderanno i Led utilizzabili in progetti innovativi per gli ambienti. Dal punto di vista della bioedilizia è sicuramente da preferire l’illuminazione naturale, tuttavia la creazione di grandi vetrate o pozzi per la luce può creare problemi di dispersione energetica l’impiego dell’illuminazione artificiale è spesso necessaria o a integrazione di quella naturale, specialmente in ambienti di lavoro, oppure durante le ore notturne. L’integrazione di nuove tecnologie con la luce naturale prevede la progettazione di edifici ad hoc e anche ristrutturare in questo senso è possibile: prevedendo l’impiego di materiali che permettano il passaggio di luce e la riflettano in maniera adeguata, identificando punti luce e materiali adeguati ad ottimizzare.

Piccole e grandi ristrutturazioni

Gli elementi con cui si può agire per ristruttura in chiave green lo spazio di lavoro sono molteplici dunque, rivedere i materiali per coibentazione ed isolamento, valutare l’impiego di pannelli solari per aumentare i risparmi energetici, restyling delle luci all’interno di uffici a capannoni, ma anche prevedere l’utilizzo di impianti di riciclo dell’acqua, utilizzare sistemi centralizzati per monitorare gli impianti elettrici e i loro consumi all’interno di un edificio produttivo. Grandi ma anche piccole opere di ristrutturazione possono portare a un incremento della sostenibilità dell’ambiente produttivo: la semplice manutenzione degli infissi e degli impianti di riscaldamento e illuminazione già di per sé contribuiscono ad un risparmio energetico che non è solo amico dell’ambiente ma favorisce la riduzione complessiva dei costi a vantaggio dell’azienda.

L’IMPATTO DELL’EDILIZIA A LIVELLO GLOBALE

Costruire agli elevati ritmi di adesso può costituire un grosso problema su scala globale a livello di modificazioni climatiche e ambientali. L’occupazione di suolo, l’utilizzo di risorse sono solo alcuni dei problemi legati all’edilizia Secondo il rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction presentato alla COP25 di Madrid, la conferenza Onu sul clima dove hanno partecipato circa circa 200 Paesi, edifici, abitazioni e settore dell’edilizia sono responsabili del 39% di tutte le emissioni globali di anidride carbonica nel mondo. E pesano per il 36% dell’intero consumo energetico globale, per il 50% delle estrazioni di materie prime e per il consumo di un terzo dell’acqua potabile. Rendere più sostenibile l’edilizia però è possibile, secondo il World Green Building Council, organismo volontario internazionale dei costruttori in bioedilizia. Nel rapporto «Bringing embodied carbon upfront», stilato da quest’organismo, è stato dimostrato, con dati ed esempi alla mano, come il settore delle costruzioni può dare il suo contributo per accelerare la decarbonizzazione e sviluppare soluzioni alternative a basse emissioni di CO2 e arrivare, con opportune strategie entro il 2050 a ridurre notevolmente le emissioni dannose.

L’AMBIENTE DI LAVORO E LA SALUTE

Creare un ambiente sostenibile non vuol dire solo preoccuparsi per l’ambiente ma anche della salute di chi ci lavora all’interno. Per esempio, esiste una malattia legata ad un ambiente di lavoro poco confortevole e si chiama Questa espressione Sick Building Syndrome (SBS) questa sindrome è stata denominata così dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per contrassegnare una serie di sintomi ben precisi che possono insorgere quando si trascorre il tempo all’interno di edifici dotati di impianti di ventilazione e condizionamento che non garantiscono un adeguato ricambio d’aria con l’esterno. I sintomi principali sono irritazioni agli occhi, al naso, alle vie respiratorie e occasionalmente alla pelle, accompagnate da stanchezza, mal di testa, vertigini e difficoltà di concentrazione. Questi sintomi scompaiono non appena si ritorna in un ambiente ben ventilato. Non è solo la mancanza di ricambio d’aria a causare disturbi alla salute, illuminazione sbagliata, umidità squilibrata, ambiente poco confortevole contribuisco a peggiorare lo stato di salute del lavoratore.

BIBLIOGRAFIA
– Green Building Illustrated Ian M. Shapiro · 2020.
– Green Building in Developing Countries: Policy, Strategy. Zhonghua Gou · 2020.
– Bioedilizia Luca Rubini 2015.