I consumi di cosmetici a connotazione naturale

Cosmetic bottle containers with green herbal leaves, Blank label package for branding mock-up, Natural organic beauty product concept.

SFIDE ED EVOLUZIONI: come l’emergenza ha cambiato le strategie aziendali e i consumi di cosmetici a connotazione naturale tra dimensione fisica e digitale, questo il titolo del convegno organizzato, lo scorso 10 ottobre, dal Gruppo Cosmetici Erboristeria di Cosmetica Italia nell’ambito di SANA Restart, il salone del biologico e del naturale.

L’appuntamento è stato l’occasione per fare il punto sugli atteggiamenti dei consumatori e le strategie delle aziende produttrici di cosmetici a connotazione naturale, alla luce degli importanti cambiamenti sociali ed economici provocati dalla pandemia.

«Abbiamo voluto impostare questo convegno – ha spiegato Antonio Argentieri, Presidente del Gruppo – su tre “gradini”. Il primo riguarda come il consumatore sia cambiato in questo periodo difficile. Il secondo è dedicato alle evoluzioni legate al mondo digitale, sia per i consumatori che per le aziende. Il terzo, infine, affronta l’aspetto numerico, quantitativo, per analizzare in termini concreti cosa sia effettivamente successo».

Nel dibattito, moderato dalla giornalista Annalisa Betti, si sono confrontate su questi temi alcune tra le più autorevoli voci in materia di analisi sociale, mondo digital e comportamenti dei consumatori, accanto ai rappresentanti istituzionali dell’Associazione nazionale delle imprese cosmetiche e del polo fieristico.

L’apertura dell’incontro è stata affidata a Renato Ancorotti, Presidente di Cosmetica Italia, che ha ricordato il valore economico, scientifico e sociale della cosmesi, con un focus sui prodotti a connotazione naturale: «La diffusione di questa tipologia di cosmetici è un fenomeno che Cosmetica Italia monitora e analizza con grande attenzione e che, secondo le ultime rilevazioni pre-crisi del nostro Centro Studi, tocca un valore di 1,1 miliardi di euro. Nella cosmesi, al valore economico, se ne accostano sempre almeno altri due. Uno è quello scientifico: basti pensare che in Europa oltre 26.000 scienziati sono impegnati nella ricerca per il settore cosmetico e che il nostro comparto investe in innovazione il doppio della media del manifatturiero, circa il 6% del fatturato, contro il 3-4%. E, in ultimo ma non ultimo, quello sociale. Nel caso della cosmesi a connotazione naturale, risulta del tutto evidente come l’utilizzo quotidiano dei prodotti cosmetici, oltre a una buona pratica per l’igiene, la salute e il benessere di ciascuno di noi, sia anche uno specchio del nostro stile di vita, un’espressione della nostra personalità».

È stato poi Antonio Bruzzone, Direttore Generale di BolognaFiere, a sottolineare la storica collaborazione con Cosmetica Italia e l’importanza dell’evento, collocato all’interno della prima manifestazione fisica presso il Quartiere Fieristico di Bologna, dopo la sospensione legata all’emergenza sanitaria: «Qui oggi per noi è un po’ un tornare alla vita. Ieri abbiamo inaugurato la nostra prima manifestazione in presenza, oggi apriamo questo convegno al quale siamo particolarmente legati. Con Cosmetica Italia condividiamo tante cose. Con il Gruppo legato alla cosmesi a connotazione naturale abbiamo iniziato questa avventura di SANA tantissimi anni fa. Con il Presidente Ancorotti e il Presidente Argentieri siamo coinvolti in tantissime occasioni di sviluppo».

Cuore dell’incontro, le relazioni a cura di Enrico Finzi, ricercatore e Presidente di Sòno, Roberto Liscia, Presidente di NetComm, e Camilla Silva, IRI Senior Manager, che – salendo i tre gradini annunciati dal Presidente Argentieri – hanno messo in luce come la cosmesi a connotazione naturale abbia registrato un andamento in controtendenza rispetto al generale calo dei consumi che ha caratterizzato gli ultimi mesi.

Il contributo di Enrico Finzi ha permesso di individuare alcuni fenomeni sociali che hanno inciso su questa dinamica. In primo luogo, un restringimento dell’orizzonte esistenziale: ci si muove di meno, si esce meno di casa, di conseguenza l’attenzione si concentra maggiormente sulla famiglia e su sé stessi, dando un’importanza superiore alla cura di sé. Inoltre, stando in casa, è più assiduo il confronto con lo specchio. Un altro elemento emerso è il bisogno di coccole sostitutive: con il tracollo dei contatti fisici c’è una grande necessità di rassicurazione, che la cosmesi – facendoci sentire meglio con noi stessi – è in grado di offrire. Anche il gesto è importante: tanti cosmetici si applicano sulla pelle con le mani, facendosi – di fatto – delle carezze. I prodotti a connotazione naturale, in più, rispondono a una necessità molto accentuata in questo momento: il bisogno di riconciliarsi con la natura.

Intervistato da Annalisa Betti, Roberto Liscia si è concentrato su una serie di fenomeni che hanno caratterizzato il rapporto con il digitale e l’interazione tra dimensione virtuale e dimensione fisica. Ad esempio, la possibilità di fare i propri acquisti online e andare in negozio solo per il tempo del ritiro, in alcuni casi senza alcun incontro diretto con il personale, in una pratica di contactless delivery. Tra i cambiamenti registrati nei processi di acquisto, c’è anche una maggiore attenzione alle tipologie di prodotto e, in particolare, a prodotti più sostenibili, ecocompatibili e vicini al consumatore.

In chiusura, l’intervento di Camilla Silva ha illustrato i numeri legati agli argomenti trattati. A conferma di quanto emerso dall’analisi delle dinamiche sociali offerta dai due interventi precedenti, secondo i dati IRI, i prodotti cosmetici a connotazione naturale continuano a crescere del 3,6% a valore. A risentire meno degli effetti della pandemia, ottenendo le performance migliori nel periodo gennaio-agosto 2020, sono stati i marchi con ingredienti naturali >95%: +10,1% a valore e +8,8% in confezioni.

Il convegno si è concluso con un collegamento in videoconferenza con il Prof. Stefano Manfredini e la Prof. Marisanna Centini, direttori dei primi due Master in Cosmetica creati in Italia dalle Università di Ferrara e di Siena, e col Prof. Giacomo Boesso, direttore del Master in Business Management dell’Università di Padova in partenariato con l’Università di Parigi Versailles e ISIPCA. I tre docenti hanno portato interessanti contributi e con il Presidente Argentieri sono stati toccati e sottolineati vari aspetti che collegano il mondo accademico con quello delle industrie cosmetiche.