Making Cosmetics compie dieci anni e si rinnova. Per l’edizione 2023, che si è svolta a Milano il 22 e 23 novembre, l’evento ha rinnovato il format: una sorta di manifestazione “tester”, come si addice ai migliori prodotti di cosmesi, per valutarne l’indice di gradimento e affinare i contenuti per le edizioni successive.

Possibile una sorta di edizione a tema sui prodotti, battezzato in questa prima edizione dai solari. L’evento è stato organizzato con la collaborazione di SICC (Società Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche).

Il nuovo concept di Making Cosmetics

Due giornate di intensi lavori hanno accompagnato i partecipanti alla fiera e alle sessioni (in)formative in un viaggio dal disegno del prodotto, alla produzione fino all’arrivo sul mercato. Da questa edizione e per il futuro, Making Cosmetics dedicherà la prima giornata alla storia del cosmetico: innovazione, creatività, fasi produttive dal laboratorio alla commercializzazione, sfide del nuovo mercato, dai regolatori, al marketing, alle proposte al consumatore sempre più esigente nelle richieste di nuovi prodotti più performanti. Non solo di make-up ma prodotti skincare, con azione di tutela e cura del benessere della pelle, giorno-notte, adatti a tutte le ore e a tutte le attività, comprese quelle sportive, e a tutte le tipologie di pelle, dalle lucide a quelle più traspiranti. La seconda giornata ha presentato l’innovazione dal punto di vista tecnologico: macchinari, ingredienti di nuovi prodotti formulati nel rispetto dell’impatto ambientale e delle nuove normative europee ed internazionali che impongono l’esclusione dai prodotti cosmetici di specifici ingredienti ad elevato danno per l’ambiente, per l’ecosistema marino ad esempio, e per la salute dell’uomo.

Il valore dell’industria cosmetica

In Italia, l‘industria cosmetica ha un ruolo fondamentale. Il comparto rappresenta per l’Italia una eccellenza, riconosciuta nel mondo e leva di crescita per il sistema Paese. Guardando la manifattura italiana si osserva un generale rallentamento della domanda internazionale con prospettive poco rosee anche per la seconda metĂ  nel 2023; il cosmetico, in controtendenza, conferma la propria aciclicitĂ , evidenziando curve di crescita a doppia cifra con previsioni sullo stesso trend per il 2024: 6,7 miliardi di euro stimati per il 2023, pari a +15% e una proiezione di 7, 4 miliardi di euro (+10%) per il prossimo anno. L’industria cosmetica al consuntivo del 2023 registra 14,8 m,iliardi di fatturato con quasi +14% e acquisti prospettici su larghi consumi stimati a 12,4 miliardi. Dati che si riflettono, secondo le stime presentate dal vicepresidente di Cosmetica Italia Filippo Manucci, in 1,5 miliardi in piĂą rispetto al 2022 e a livello di esportazione per il 2023 in 6,7 miliardi di euro.

I valori in sintesi si traducono in 14,8 miliardi, 20 miliardi per la filiera allargata, compresi i macchinari, e in un totale complessivo di 40 miliardi per il sistema economico cosmetico. Merito della competitività italiana, determinata soprattutto dall’innovazione, driver del mercato, sostenuta dalla ricerca sulla quale in Italia si investe il doppio rispetto al resto dell’Europa, insieme a sostenibilità, start-up di skincare, internazionalizzazione.

La cosmetica italiana è presente a fiere, ha importanti know how in termini di digitalizzazione, conoscenza del regolatorio, e conta un largo impiego di risorse umane. Circa 36mila addetti diretti, con una media di laureati sensibilmente superiore (+5%) rispetto a contesti europei, 390mila addetti nell’intero sistema economico.

I numeri del comparto

Quello del cosmetico è il quinto comparto in Italia per fatturato, alimentato anche da una evoluzione dei canali: cresce l’e-commerce, che nel primo semestre 2023 ha guadagnato 12 punti percentuale, seguito dalla profumeria (+11,4%) e dal mass market (+7,4%). «Stiamo osservando anche una evoluzione del paniere dei consumi – ha aggiunto il responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, Gian Andrea Positano – con una crescita dei prodotti per la cura del corpo, e fra questi i solari, che dalla fine dell’anno scorso ad oggi hanno raggiunto una crescita di 9 punti percentuali, in confronto al 5,7% del 2019, della profumeria alcolica che si assesta sul 16,3%, a fronte invece di un calo della linea di prodotti per uomo, di dermici per bambini e di prodotti per la cura delle mani».

Focus sui solari

Proprio i solari, ha sottolineato Positano, hanno registrato una crescita importante tra il 2020 e il 2021 anche in relazione di un approccio olistico al loro utilizzo: non più limitatamente e funzionale all’esposizione al sole. Il solare è nella nuova cultura uno “strumento” da usare tutti i giorni e in tutte le stagioni per sostenere di benessere della pelle.

Nell’evoluzione dei solari aumenta l’attenzione verso nuove forme di protezione, verso il design delle confezioni, la scelta di materiali e materie prime, il packaging, la praticità di utilizzo e l’innovazione delle formulazioni. I moderni solari sono dunque polivalenti, che nelle attese dei consumatori e del mercato, devono essere anche rispettosi della sostenibilità, sicurezza per la persona e per l’ambiente e offrire una sensorialità di prodotto.