Stina Seger, soprannominata Bibbi, ha fondato Bibbi Parfums nel 2023, ispirandosi alla propria esperienza personale e, in particolar modo, alla profonda connessione con l’ambito della meditazione.

Con il sostegno del marito, Jan Vilhelm Ahlgren, che a sua volta aveva sperimentato la fondazione del marchio Vilhelm Parfumerie, Stina è riuscita nell’intento di creare un brand che riflette perfettamente la propria visione creativa.

Recentemente, Bibbi Parfums ha ottenuto investimenti da Fable e JamJar per favorire l’espansione della presenza a livello globale, salvaguardando al contempo la propria identità artistica.

Puoi raccontarci di più sul processo di trasformazione delle tue esperienze di meditazione nei tuoi profumi?
«Tradurre le mie esperienze meditative e subconsce in fragranze avviene in modo spontaneo. Non tutte si trasformano in profumi, poiché alcune emozioni sono troppo intime per essere condivise. Tuttavia, quelle che emergono con maggiore intensità durante la meditazione sono le stesse che scelgo di esprimere attraverso i miei profumi. Un esempio significativo è il nostro best seller, Ghost of Tom, ispirato a un’esperienza misteriosa, quasi appartenente a un universo parallelo. La fragranza evoca la sensazione di una presenza che ti accompagna durante la giornata. Durante un evento in Italia, una donna che aveva provato Ghost of Tom mi ha confidato di sentirsi come se qualcuno fosse con lei, poiché la fragranza continuava a manifestarsi in onde delicate. Momenti come questi mi mostrano quanto profondamente una fragranza possa connettersi con gli strati emotivi che cerco di trasmettere».

Le tue fragranze sono descritte come unisex e molto personali, invitando chi le indossa a esplorare il proprio subconscio attraverso il profumo. Come bilanci la creazione di fragranze così intime con la necessità di lasciare spazio all’interpretazione individuale del consumatore?
«Non si può mai essere sicuri che una fragranza tocchi gli altri allo stesso modo, perché, come hai detto, il profumo è un’esperienza profondamente personale. Ciascuno si connette ai profumi in modo unico, lasciando ampio spazio all’interpretazione individuale. Non cerco di imporre come ci si debba sentire o cosa si debba percepire; piuttosto, considero la fragranza come un portale, un invito per chi la indossa a intraprendere il proprio viaggio. Non seguo attivamente le tendenze nella creazione dei miei profumi, poiché il processo che seguo è fortemente personale. Tuttavia, siamo inevitabilmente influenzati da ciò che ci circonda, che sia moda, arte o musica. Quindi, anche se nella creazione non mi baso sulle tendenze, è naturale che certi profumi attraggano più di altri. Il mio obiettivo rimane comunque quello di creare qualcosa di autentico e unico».

Bibbi Parfums ha un’estetica caratteristica, in particolare per l’uso del blu. In che modo l’identità del brand si collega alla narrazione delle tue fragranze?
Bibbi Parfums riflette il mio percorso personale, in particolare attraverso la meditazione e la consapevolezza. Il colore blu, elemento centrale dell’estetica del brand, emerge durante le mie esperienze meditative ed è spesso associato al chakra del terzo occhio, un simbolo per me molto significativo. Questo blu è diventato la base della nostra identità visiva e, anche se siamo solo all’inizio nell’esplorare il suo potenziale, continuerà a essere un elemento fondamentale della  nostra narrazione. Oltre al colore, l’esperienza sensoriale nei nostri punti vendita è altrettanto importante. Utilizziamo pannelli soft-touch sulle pareti, invitando i clienti a interagire fisicamente con lo spazio. Questo crea un’atmosfera quasi futuristica, come se ci si muovesse in un universo parallelo, in linea con le storie astratte e multidimensionali che ispirano ogni fragranza. Per quanto riguarda le immagini, ho scelto di evitare l’approccio tradizionale che utilizza materie prime come fiori o legni per descrivere i miei profumi. Preferisco concentrarmi sulle sensazioni che la fragranza evoca. Per esempio, un nome come Radio Child invita chi indossa il profumo a esplorare liberamente le proprie interpretazioni, senza risultare immediatamente legato a specifici ingredienti. L’obiettivo è aprire la mente e creare qualcosa che risuoni sia con l’universo del brand che con il singolo individuo».

Di recente Bibbi Parfums ha ricevuto un investimento da Fable e JamJar. Quali sono i tuoi piani per il futuro del brand e come intendi preservare la sua visione artistica unica durante questa fase di crescita? Ci sono nuovi lanci in programma?
«Ottenere l’investimento da Fable e JamJar rappresenta uno sviluppo entusiasmante per noi, poiché ci offre la libertà di esplorare ed espandere Bibbi Parfums. Questo investimento di minoranza consente di mantenere il pieno controllo creativo, essenziale per preservare l’identità artistica del brand e di mantenerla in linea con la mia visione. Il mio obiettivo è quello di approfondire l’universo di Bibbi Parfums, di esplorare nuove direzioni creative e di continuare a costruire sulle basi già solide. Fable e JamJar apportano ciascuno competenze distintive: JamJar ha una vasta esperienza nel settore commerciale, in particolare nel retail, mentre Fable è esperto nel panorama dei brand di nicchia. Insieme, offrono un approccio equilibrato che combina il supporto strategico e la capacità di espandersi senza compromettere l’essenza del brand. Guardando al futuro, abbiamo diversi lanci interessanti in programma. A novembre introdurremo una trilogia di fragranze chiamata Fruit Captain, ciascuna ispirata a un frutto diverso. Questo segna la nostra prima incursione in una collezione all’interno di una collezione, un nuovo capitolo per noi. Inoltre, lanceremo una linea di candele, cosa che ha un significato personale per me poiché provengo dalla Svezia, dove le candele sono parte integrante della vita quotidiana. Queste candele saranno commercializzate in contenitori realizzati in vetro soffiato a mano da una comunità di vetrai svedesi, risalente al XVII secolo, dotati di un’incredibile maestria artigianale. Ogni pezzo sarà progettato per essere un oggetto duraturo, non solo un semplice contenitore. Stiamo anche collaborando con l’artista del vetro svedese Hannah Hansdotter per creare candele in edizione limitata da due chili, che assomiglieranno a vere opere d’arte».

La meditazione è essenziale nel tuo processo creativo, con le fragranze che spesso scaturiscono da questo spazio personale. Come riesci a trovare momenti di tranquillità e riflessione nella tua vita quotidiana, nonostante le richieste legate alla gestione di un brand di successo?
«La meditazione è fondamentale per me, non solo nell’ambito del processo creativo, ma anche nella gestione delle sfide dell’azienda e nell’educazione dei miei due figli piccoli, di tre e cinque anni. Medito ogni giorno, anche se le sessioni profonde che ispirano le mie fragranze possono durare da una a due ore e non sempre riesco a dedicare tanto tempo a questa pratica. In una giornata tipo, inizio la mattina con una breve meditazione, a volte solo cinque minuti se è tutto ciò che riesco a gestire, cercando di dedicarvi del tempo anche alla sera. Questi attimi di quiete sono vitali per me; senza di essi, fatico a gestire le costanti richieste di un brand che occupa sempre la mia mente».

Tu e tuo marito, Jan Vilhelm Ahlgren, avete avuto esperienze significative nel settore della profumeria con iniziative separate. In che modo le vostre esperienze si completano a vicenda e come influisce la tua storia familiare sulla tua creatività?
«Mio marito, Jan Vilhelm Ahlgren, ha precedentemente fondato il suo brand di fragranze, Vilhelm Parfumerie, in cui ho collaborato alla progettazione grafica e allo sviluppo concettuale. Dopo aver venduto il marchio, ha continuato a ricoprire il ruolo di direttore creativo, ritirandosi definitivamente dopo tre anni. Ora ha un ruolo importante nell’aiutarmi con la gestione di Bibbi Parfums, quasi come se avessimo scambiato i ruoli. L’esperienza di Jan è stata preziosa, soprattutto perché proviene da un background tradizionale, influenzato dalla vecchia Hollywood e dall’Art Deco. Al contrario, il mio approccio si concentra sugli aspetti spirituali e futuristici della creazione di fragranze. Ci completiamo bene: lui conferisce solidità alla mia creatività e dalla fusione delle nostre idee nasce ogni volta qualcosa di interessante. Bilanciare le nostre vite professionali e personali, soprattutto con due bambini piccoli, può essere impegnativo. Jan è un supporto fondamentale, sia nel lavoro che nella nostra vita familiare. Spesso si occupa dei bambini, sia quando viaggio per lavoro che quando siamo a casa. Questo mi consente di potermi concentrare su Bibbi, e non potrei farlo senza di lui. Mi sento fortunata ad avere una tale collaborazione. Per quanto riguarda il mio percorso nella profumeria, ho sempre avuto una profonda connessione con il profumo fin da bambina. Ricordo di aver passato ore in giardino, inalando l’aroma del caprifoglio, che è uno dei miei primi ricordi olfattivi. Incontrare Jan ha intensificato il mio amore per la profumeria, facendomi sentire che nella mia vita tutto si stava allineando. Lavorare in questo settore è stato per me un’evoluzione naturale, e più mi immergo in questo mondo, più cresce la mia passione».