Il professore associato Wojciech Chrzanowski, leader sul tema di ricerca su salute e medicina presso il Nano Institute dell’Università di Sydney, insieme ai suoi colleghi accademici, ha richiesto la creazione di un organismo nazionale per monitorare la sicurezza dei nanomateriali, che si trovano comunemente negli alimenti, nelle vernici per la casa, negli integratori e nei cosmetici venduti in Australia.
Alcuni di questi prodotti, come l’argento colloidale e il biossido di titanio, sono soggetti a restrizioni o in corso di revisione nell’Unione Europea, ma sono liberamente disponibili sul mercato australiano. Il professore e il suo gruppo hanno dichiarato che il corpo umano è ben evoluto per affrontare la maggior parte delle nanoparticelle se le cellule sono in buona salute. Ciò che non si comprende appieno è l’impatto che hanno sulle cellule sottoposte a stress o nelle persone con sistemi immunitari soppressi, come i pazienti chemioterapici o le persone che vivono con l’HIV.
Il professore associato Chrzanowski è un consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla nanosicurezza, e sebbene condivida la rivoluzione delle nanotecnologie straordinariamente positiva in molti settori, tuttavia, riscontra che la scienza si sta sviluppando più velocemente della supervisione legislativa.
C’è già un dibattito nell’UE ed è un requisito che i prodotti siano etichettati per mostrare che abbiano nanomateriali, ma non c’è nemmeno una discussione in Australia. In realtà non conosciamo l’impatto che questi materiali hanno sul nostro sistema immunitario nel tempo. Pertanto la missione essenziale del Sydney Nano Institute è: scoprire, sviluppare e sfruttare le nanotecnologie a beneficio dell’umanità.
di Giusy Chiricosta e Francesco Legrenzi