Nel segno della natura

 

Daniela Villa e Franco Bergamaschi.

Il prodotto naturale è visto sempre più come prodotto etico. Non per questo deve rinunciare alla sensorialità e a una presentazione attraente, per un mix di marketing coerente che non deve trascurare la motivzione degli addetti e il punto vendita. Il prodotto a elevato contenuto di ingredienti naturali sta incontrando un interesse trasversale fra i consumatori, una tendenza che esprime bisogni complessi delle persone, alla ricerca di risposte sempre più evolute. Come offrire proposte coerenti in questo mercato sempre meno di nicchia è ciò che abbiamo chiesto a Daniela Villa e Franco Bergamaschi, fondatori dell’Erbolario. Iniziano a occuparsi di fitocosmesi nel 1978, con l’avvio di una erboristeria artigiana a Lodi, collaborando con personaliltà autorevoli della cosmetologia italiana come Vera Lodi, Paolo Rovesti, Gianni Proserpio. Dal 1983, la loro storia professionale si intreccia con quella dell’Erbolario.

 Dottoressa Villa, come si stanno evolvendo le aspettative del vostro consumatore di riferimento?

Il consumatore si aspetta un prodotto che rispetti la naturalità dell’ingrediente senza rinunciare alla performance e alla sensorialità del cosmetico. Inoltre, associa alla naturalità del prodotto i concetti di sicurezza ed ecocompatibilità, quindi di rispetto per l’uomo, gli animali e l’ambiente. L’evoluzione di questo mercato ha visto un interesse sempre in ascesa; al contempo si è innalzata da un lato l’esigenza di cosmeticità e, dall’altro, la richiesta di eticità. Un prodotto coerente con le aspettative di chi sceglie la naturalità non può prescindere dagli aspetti di sicurezza, ma anche da caratteristiche sensoriali che eguaglino o superino quelle dei prodotti convenzionali. Quanto all’efficacia vantata, le risposte devono essere concrete e misurabili. Le scelte formulative per soddisfare questo mix sono il risultato di una severa selezione e conoscenza delle materie prime, un’attenta valutazione dei prototipi di laboratorio e soprattutto di una continua spinta all’innovazione.

Cosa significa innovazione in questo particolare comparto?

Significa non smettere mai di cercare soluzioni diverse ai problemi formulativi che si pongono in fitocosmesi, continuando a interrogare la natura e a migliorare le proprie tecnologie. In particolare, il laboratorio ricerca e sviluppo dell’Erbolario punta non solo all’innovazione di prodotto, grazie a cui proponiamo sul mercato fino a 40 nuove referenze ogni anno, ma anche alla ricerca sulle proprietà dei vegetali, che si concretizza nella messa a punto degli attivi che caratterizzano i nostri cosmetici, totalmente ideati, studiati e prodotti nell’officina di Lodi. Innovazione significa investire nel laboratorio di ricerca e nelle persone che lo animano, assicurandosi professionalità di diversa estrazione, per un team multidisciplinare che nel nostro caso conta 20 addetti, a cui si aggiungono le consulenze e le collaborazioni con le università.

Quali problemi rimangono irrisolti nella formulazione di cosmetici naturali?

Esistono certamente sfide formulative, a cui oggi è possibile dare risposte che non tradiscano la filosofia del prodotto naturale. La conservazione è un esempio emblematico: ancora non esistono conservanti naturali che assicurino la completa preservazione del prodotto, ma scegliendo opportunamente il mix di ingredienti, studiando la formulazione e con controlli severissimi sulle linee produttive si può arrivare a minimizzare il contenuto di conservanti convenzionali. Oggi il mondo delle materie prime mette a disposizione del formulatore di fitocosmesi emulsionanti, antiossidanti e ingredienti tecnici in grado di supportarlo nei suoi sforzi di creare un prodotto dal contenuto in derivati vegetali sempre più elevato.

Per il consumatore «naturale» ed «ecocompatibile» sono associati: quali dovrebbero essere i cardini della sostenibilità in questo comparto, Dottor Bergamaschi?

La sostenibilità è un concetto complesso. Pensando al prodotto, la provenienza delle materie prime vegetali da agricoltura biologica, rispettosa dell’ambiente, è un aspetto sempre più importante. Dal punto di vista del sito produttivo, lavorare in sistema di gestione ambientale è un notevole salto di qualità. L’Erbolario si è certificata ISO 14001 nel 2002, ma l’ottica del sistema gestionale ci porta a rivalutare e migliorare di continuo i nostri impatti. Alcuni aspetti hanno un diretto ritorno anche economico, per esempio la logistica. Il fatto di curare direttamente la distribuzione ai punti vendita ci permette di attuare una gestione ottimizzata, con ordini di una certa consistenza che per i clienti rappresentano un risparmio. Il rispetto per la natura per noi è passato anche dal rifiuto dei test su animali, che ci ha visto fin dagli inizi a fianco della LAV. Anche il rispetto delle persone è al centro della nostra filosofia: l’Erbolario è Made in Italy per scelta etica, avendo mantenuto interamente le produzioni nello stabilimento di Lodi, evitando delocalizzazioni in paesi in cui c’è scarsa considerazione per i diritti dei lavoratori. Una scelta positiva anche per il valore aggiunto riconosciuto ovunque alla manifattura tutta italiana.

 

Il prodotto l’Erbolario si presenta con una veste molto caratteristica: come orientare l’evoluzione di una immagine tanto gradita al pubblico?

L’immagine e stata studiata per essere coerente con la naturalità del prodotto ed evocativa della bellezza e varietà della natura, con rappresentazioni di piante, frutti, fiori, semi ma anche insetti, mammiferi, paesaggi agrari e scorci di giardini… L’evoluzione di questa immagine deve seguire i gusti, che non sono mai statici, così la veste dei prodotti, pur rimanendo fedele a sé stessa, ha acquistato uno stile più mosso, dinamico, effervescente. Lo ha fatto attraverso la diversificazione delle confezioni per forma e tipologie, ma anche mediante un’evoluzione della grafica. Al più classico disegno botanico si affiancano oggi suggestioni ottenute con la fotografia; ricorriamo al segno grafico nelle linee più tecnologiche e, ancora, il disegno cede a grafismi più asciutti o alla stilizzazione, nella linea uomo. L’immagine si evolve anche attraverso lo studio dei gadget, che vengono associati ai prodotti diventando parte del packaging e prendendo la forma di scatole, vassoi, fiocchi, pon-pon, campanelli… Piccoli oggetti che la cliente può riutilizzare e collezionare, integrate nel packaging manualmente per offrire un tocco di artigianalità al prodotto.

di E.Perani