Non solo cosmetici per il benessere della pelle

Mariuccia Bucci, dermatologa, nutridermatologa e presidente di Isplad.

Quali sono le aree più interessanti in cui si evidenzia l’utilità dell’associazione fra cosmetico e integratore alimentare?
Questa sinergia è stata molto sviluppata e indagata nel campo dell’invecchiamento cutaneo. In questo processo fisiologico le funzioni della pelle, comprese quelle riparative, subiscono una progressiva riduzione, che può essere rallentata da alcune sostanze antiossidanti, il cui ruolo è ormai ampiamente riconosciuto. L’efficacia dell’applicazione topica di antiossidanti è condizionata dalla formulazione, tanto che si individua la categoria del cosmeceutico che, nonostante dal punto di vista legale sia ricompresa fra i cosmetici, risulta ben connotata sul piano funzionale identificando prodotti i cui attivi sono legati a vettori tecnologici che ne consentono la penetrazione più profonda nella cute e un effetto aumentato. L’abbinamento con il cosiddetto nutraceutico nasce dall’osservazione che alcune sostanze sono meno attive nell’applicazione topica rispetto all’assunzione per via orale e viceversa. Alcuni attivi infatti hanno un assorbimento cutaneo difficoltoso, oppure sono instabili o difficilmente inseribili nelle comuni formulazioni cosmetiche. In effetti, capsule e compresse possono mascherare odori o colorazioni indesiderati, o evitare interazioni fra sostanze e favorire la stabilità dei principi. Analogamente, l’applicazione topica assicura un percorso più diretto verso il bersaglio cutaneo per attivi normalmente demoliti dal metabolismo.
La vitamina C è un esempio di nutriente che funziona meglio nell’applicazione topica rispetto a quella orale se l’organo bersaglio è la cute. Per fare un altro esempio, il resveratrolo è reperibile in commercio in varie formulazioni orali, tra cui quella sublinguale è l’unica che lo rende biodisponibile in quantità utile. La biodisponibilità degli attivi, nel plasma per i nutraceutici o nella pelle per i cosmeceutici, è un elemento cruciale per l’efficacia e rappresenta un aspetto su cui studiare ulteriormente queste sinergie.

Mariuccia Bucci

Questi abbinamenti migliorano l’approccio allo skin care?
Occupandomi di nutridermatologia, ne sono convinta. Cercare una complementarietà di integratori e cosmetici rappresenta un concetto innovativo di cura della persona. Per quanto ci sia molto ancora da indagare, esistono sempre più riscontri sull’utilità della supplementazione di alcuni nutrienti per mantenere la pelle in buona salute, attraverso attivi ad azione protettiva e preventiva e attivi con funzione ristrutturante e riparatrice. Per esempio, gli antiossidanti che aiutano a contrastare gli effetti della radiazione solare uniti agli antiossidanti topici risultano sinergici per contenere il fotoinvecchiamento.

C’è anche un aspetto di personalizzazione?
La personalizzazione è un elemento che entra nella valutazione, per esempio riguardo alla parte infiammatoria. Lo stato infiammatorio dell’organismo infatti è collegato ai processi di invecchiamento. E l’alimentazione può contribuire a incrementare i processi infiammatori. Il cambiamento di stile di vita dell’ultimo secolo ha portato a una assunzione elevata di grassi saturi, come anche a un aumento dell’apporto degli omega 6 rispetto agli omega 3. Un regime alimentare di questo tipo contribuisce all’incremento dello stato infiammatorio a livello dei tessuti. La comprensione a livello individuale di questi aspetti è certamente utile per la valutazione non solo dell’invecchiamento cutaneo ma anche di patologie come le dermatiti, la dermatite seborroica, l’acne: molte terapie risultano meno efficaci se non si interviene anche diminuendo la soglia dell’infiammazione. Questo è un esempio di quanto la dieta e l’equilibrio di certi nutrienti possano influenzare non solo gli inestetismi ma anche il decorso di alcune patologie. Gli aspetti di personalizzazione rispetto a fattori individuali o di stile di vita sono elementi che possono guidare lo sviluppo di prodotti nutraceutici o cosmeceutici più specifici.

Dal punto di vista del dermatologo ci sono aspetti che le aziende dovrebbero migliorare nel presentare i prodotti?
Evitare che il consumatore percepisca gli integratori come sostituti di una alimentazione corretta e variata è un tema che dovrebbe essere sviluppato oltre la semplice frase di legge. Un altro aspetto riguarda la tendenza di una parte dei consumatori ad assumere diversi prodotti contemporaneamente pensando di supportare diverse funzioni del corpo. In realtà, nell’organismo tutto è collegato; di conseguenza, cocktail di diversi prodotti possono risultare poco utili se non addirittura peggiorativi.
Il consumatore dovrebbe essere maggiormente accompagnato anche sui rischi legati all’introdurre un eccesso di alcuni micronutrienti quando si assumono diversi integratori. Per esempio, è frequente l’eccesso di selenio, che è presente in integratori ma viene anche aggiunto a bevande e alimenti speciali; un analogo problema può riscontrarsi per lo iodio, presente negli alimenti che stimolano il metabolismo. Nella mia esperienza riscontro inoltre che, nonostante le raccomandazioni in etichetta, il consumatore tende a prolungare la durata del trattamento o ad aumentare le dosi giornaliere. Questo avviene proprio per mancanza di conoscenze di base sui diversi nutrienti o perché si tende a dare per scontato che l’effetto sia migliore aumentando le dosi. Sono aspetti in cui una comunicazione più accurata può fare la differenza e aiutare le persone a utilizzare meglio questi presidi, che in sé possono essere molto validi e migliorare il benessere. Serve una maggiore divulgazione, che non può essere solo a carico delle figure sanitarie, e a cui anche le aziende produttrici potrebbero e dovrebbero partecipare.