Mohamad Elkafrawy, CEO di World Halal Authority (WHA), ente di certificazione Halal nato in Italia accreditato a livello internazionale, che rilascia certificazioni di qualità assicurando la conformità di processi, servizi e prodotti ai requisiti fissati dalle norme e dagli standard Halal internazionali.
Quale interesse percepite nel mercato verso i prodotti certificati Halal?
Il consumo di prodotti Halal da parte del musulmano è da considerarsi un atto di fede che si traduce in uno stile di vita che lo rende un ricercatore scrupoloso di tali prodotti per necessità e principio e non per questioni di moda o tendenze momentanee. Questo tratto contraddistingue il consumatore Halal e lo rende un cliente di rilevante considerazione, soprattutto in campo alimentare e cosmetico, al punto che il mercato Halal può essere considerato uno dei più solidi e sostenibili in assoluto. In modo più specifico al settore cosmetico, l’Islam non osserva il tema della cura personale come un semplice comportamento commendevole o un atto convenzionale riconosciuto socialmente, bensì come un atto strettamente connesso al credo del fedele. Sono infatti moltissimi gli atti obbligatori riguardo la cura della persona nell’Islam, raccolti da un vero e proprio codice di igiene personale che tratta in modo approfondito temi come il lavaggio del corpo, l’igiene orale, la cura dei capelli, il taglio delle unghie, il profumarsi ed altro, tantoché non vi è alcun libro o manuale di giurisprudenza islamica che non inizi con ‘Il Libro della Purificazione’. Appare chiaro come i prodotti certificati Halal assumono una rilevante importanza e conseguono un elevato posizionamento all’interno del mercato.
Lo standard Halal si pone anche come garanzia di eticità del prodotto: quali sono gli aspetti che più avvicinano questo standard ai temi della sostenibilità ambientale e sociale a cui il mercato è sempre più sensibile?
La certificazione Halal garantisce l’eticità della produzione. Infatti, prevede l’adempimento di requisiti volti al rispetto e alla cura di temi importanti, spesso trascurati nel settore produttivo come sostenibilità ambientale e sociale che sono appunto temi che rientrano nello scopo della certificazione Halal, non per tendenza e moda ma per principio e fede. Con il termine ‘sostenibilità’ si intende la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento delle esigenze della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare le proprie. Tutto ciò accompagnato dalla considerazione del benessere e della sicurezza del personale addetto, del benessere animale, con il tema cruelty free, e in più dell’equità e solidarietà del commercio, come ad esempio il fairtrade. Non viene infatti rilasciata la certificazione Halal ad aziende che maltrattano i lavoratori o sfruttano i minori, così come non sarebbero certificabili aziende dove vengono maltrattati gli animali o che abbiano un impatto inquinante sull’ambiente. La certificazione Halal ha un occhio di riguardo e considerazione verso le aziende che hanno una partecipazione attiva in iniziative sociali sia a livello locale, sia a livello internazionale come l’adesione a attività per disabili, per orfani, per indigenti, o la costruzione di scuole, ospedali ecc.
Ritiene che questa certificazione sia un’opportunità per l’internazionalizzazione? Quali mercati sono particolarmente interessati?
Tutti i mercati mondiali ricercano cosmetici certificati Halal, ma questa ricerca si accentua maggiormente nei paesi islamici e nei paesi con maggior presenza di musulmani, soprattutto nel Sud-Est asiatico (Indonesia, Malesia, Singapore), nei Paesi del Golfo (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Bahrein, Qatar, Oman) e nei paesi del nord Africa. Ma non solo, c’è una forte richiesta anche in Europa e in USA dovuta alla larga presenza di consumatori Halal. Per questo motivo, le aziende che puntano ad una completa internazionalizzazione dei propri prodotti non possono che provvedere a certificare i prodotti Halal da un ente la cui certificazione sia accreditata e riconosciuta a livello mondiale. Molti mercati, infatti, non permettono l’accesso ai prodotti se non accompagnati dalla certificazione Halal valida e riconosciuta. Inoltre, nei mercati che non considerano tale certificazione una condizione necessaria, i prodotti Halal trovano maggior interesse e riguardo presso i consumatori rispetto ai prodotti privi di certificazione. La crescita del mercato, inoltre, è imputabile anche ad una consistente fetta di consumatori non musulmani che stanno orientando le proprie preferenze verso prodotti di bellezza Halal perché simboleggiano pulizia, sicurezza, igiene e sono privi di sottoprodotti di origine animale. Il risultato è che sul mercato, oggi, l’offerta di cosmetici e prodotti per la cura della persona Halal è molto più ampia rispetto al passato e spazia dai profumi ai rossetti, shampoo, lozioni, saponi e gel doccia. Secondo i dati che emergono dal nuovo rapporto del “Global Halal Cosmetics Market Forecast to 2028” di ResearchAndMarkets.com, il mercato dei cosmetici Halal dovrebbe passare dai 36.685 milioni di dollari del 2022 ai 79.863 entro il 2028, con un CAGR del 13,8% nel periodo 2022-2028. La crescita della popolazione musulmana, che oggi rappresenta oltre un quinto della popolazione mondiale, è senz’altro un fattore determinante per lo sviluppo di questo mercato, così come l’aumento soprattutto tra le nuove generazioni di consumatori più attenti e consapevoli.