Le start-up nel settore della cosmetica

Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche Intesa San Paolo, Ufficio Industry

Qual è il ruolo delle start-up nella crescita complessiva del settore cosmetico italiano?
Le start-up della cosmetica ricoprono un ruolo importante nella crescita del settore, sia direttamente che indirettamente. Innanzitutto, queste imprese esprimono performance economico-reddituali di tutto rispetto. Inoltre, grazie all’organizzazione in filiera delle reti di fornitura del settore e, quindi, alle elevate possibilità di contaminazione, queste imprese possono contribuire a tenere alto il grado di innovazione, grazie alla loro elevata propensione a introdurre prodotti e servizi nuovi e innovativi. Da un’analisi preliminare condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo è, infatti, emerso come nelle province lombarde specializzate nel settore (Milano, Bergamo, Como, Lodi e Cremona) la distanza media degli acquisti di beni e servizi sia pari a 74 Km, un valore nettamente inferiore a quello che si può trovare in settori a elevata vocazione distrettuale come la filiera della pelle (118 Km) e il tessile (108 Km). L’elevato dinamismo di questo settore e la capacità di generare nuove imprese di carattere altamente innovativo sono confermati anche dalle informazioni relative alle imprese iscritte allo speciale registro delle start-up innovative (introdotto con il Dl 179/2012, noto anche come Decreto Crescita 2.0), ovvero imprese che si caratterizzano per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi e ad alto valore tecnologico. A gennaio 2020 si contano circa 50 start-up innovative del settore appartenenti al comparto della produzione (32 imprese) e della commercializzazione (15 imprese). Si tratta di una quantificazione per difetto in quanto non sono conteggiate le imprese del settore che svolgono attività di commercio al dettaglio per corrispondenza o tramite internet. Anche in questo caso il fattore del “territorio” si rivela importante: il 28% delle start-up innovative ha sede nelle province italiane a maggior specializzazione nel comparto della cosmetica, con una rilevanza maggiore per la provincia di Milano. La presenza di imprese più giovani e dinamiche con un forte orientamento all’innovazione può, infine, agevolare la capacità di risposta ai nuovi trend che si stanno sviluppando in maniera sempre più rapida e impattante: lo sviluppo di tecnologie applicate ai canali di vendita (omnicanalità), l’utilizzo dei big-data per implementare un’analisi predittiva dei comportamenti dei consumatori, l’attenzione della clientela ai temi di responsabilità sociale e infine la capacità di proporre ai clienti esperienze uniche con un alto grado di personalizzazione.

Giovanni Foresti

Qual è l’influenza dell’ecosistema italiano in cui si sviluppano queste start-up sulle loro potenzialità di crescita?
Una caratteristica che ha contraddistinto il tessuto industriale italiano nella cosmesi fin dalle origini è una forte attenzione alla ricerca e sviluppo. Le imprese italiane, non potendo contare su bassi costi di produzione, puntano sull’innovazione per rimanere competitive sui mercati globali. L’offerta italiana di cosmetici è riconosciuta nel mondo per innovazione, design, time-to-market e standard qualitativi. A ciò si aggiunge il costante studio dei trend di consumo, elemento irrinunciabile sia per le aziende brandizzate, sia per i terzisti che svolgono per i propri clienti studi ad hoc sulle nuove tendenze per proporre prodotti sempre in linea con le esigenze del cliente finale. Un altro elemento che costituisce un vantaggio competitivo per le imprese domestiche è una normativa italiana tra le più severe al mondo, al di sopra dei livelli standard già alti richiesti dall’Unione Europea. Tutto questo garantisce ai consumatori prodotti nuovi, innovativi, di elevata qualità e sicuri. Si può pertanto dire che la vicinanza al mondo del Made in Italy o meglio la contaminazione con lo stile, la moda, l’immagine e il design tipicamente italiani, offrono alle imprese con sede in Italia un vantaggio competitivo sfruttabile su scala mondiale e agevola la nascita e lo sviluppo di start-up nel comparto della cosmetica.

Quali sono le criticità per affrontare le sfide del mercato, nel contesto italiano per le imprese della cosmesi di più recente costituzione?
Più che di criticità parlerei di sfide per le nuove imprese del settore. E’ presto per dire se questi soggetti nati da pochi anni saranno i leader del domani, ma certamente la loro rapida affermazione, se accompagnata da un adeguato rafforzamento patrimoniale, potrà dare un contributo importante al successo della cosmetica italiana sui mercati internazionali. Il grado di patrimonializzazione (espresso in termini di incidenza del patrimonio netto sul totale attivo) per le start-up del settore è, infatti, relativamente basso e pari al 20%, meno della metà dei valori mostrati dalle imprese storiche. Si tratta dunque di imprese dinamiche ma anche piuttosto fragili da un punto di vista patrimoniale. E’ proprio questa la sfida e, al contempo, l’opportunità più grande da cogliere, anche attraverso l’innesto di capitali esterni o operazioni di m&a o processi di sviluppo dimensionale interni. Imprese più solide e di dimensioni maggiori potrebbero inoltre affrontare in modo più strutturato le sfide poste dal contesto competitivo in cui si trovano a operare: nel periodo 2008-2017 la distanza media delle esportazioni italiane del settore è aumentata di oltre 390 Km per un dato complessivo del 2017 di 3.779 Km percorsi, segno della necessità di disporre di organizzazioni, strumenti e processi che permettano di gestire mercati lontani e complessi.